Nel tempo, come è noto, l’ideale di corpo femminile è cambiato molte volte. Ciò che però non è così noto è che è cambiato molte volte anche quello del corpo maschile. Un dato messo in luce dall’artista inglese Nickolay Lamm, che è andato a ripescare fotografie dal 1870 per vedere come doveva essere, una volta, il maschio ideale. La scoperta? Molto diverso.
Verso la fine del XIX secolo la disponibilità di cibo era più bassa. Essere sovrappeso, allora, significava essere ricchi (che è una condizione sempre desiderabile, in ogni epoca). Come diceva Goethe, le idee dominanti di un’epoca sono quelle del ceto dominante dell’epoca. Lo stesso vale per l’estetica. Per cui l’uomo bello e desiderabile è quello che può permettersi una simpatica pancetta.
Le cose però, sono cambiate. Già nel 1930 la disponibilità di cibo era molto più alta. Per cui a contare non era più il grasso, ma il muscolo. Gli attori hollywoodiani cominciano la loro ascesa fatta di bicipiti e mascelle, fino a diventare i modelli assoluti degli anni ’50. Ma dura poco. Insieme alla contestazione studentesca si impone un nuovo tipo di maschio: capellone, barbuto, magro e con i vestiti lunghi, ispirato al mondo luciferino delle rockstar.
Dieci anni dopo cambia anche questo. Il bodybuilding diventa un must per l’uomo che vuole piacere, crescono nuovi idoli come Arnold Schwarzenegger e si impone fino agli anni ’80. Palestrato e senza peli. Ma non basta. Tutti quelli che si sono pompati, negli anni ’90 si trovano spiazzati. Il corpo iper-mascolino perde terreno a favore di una linea più snella, meno muscolosa ma comunque piacevole. Un tipo che prosegue, tra mode passeggere, fino ai giorni nostri.