È uscito il nuovo album di Francesco Loccisano, “Solstizio”. Dopo aver collaborato con artisti quali Gianna Nannini, Vinicio Capossela e Eugenio Bennato, il musicista calabrese continua il suo progetto di rinnovamento della musica popolare con il quarto brano estratto, “Arnia”, che si fa forte dello strumento in cui lo stesso autore si identifica: la chitarra battente.
Il video del brano mostra chiaramente la poetica del musicista, carica di tinte e atmosfere che richiamano il Sud, ma in chiave moderna. «Mi piace pensare a quello che la natura ci offre e come l’essere umano interagisce con essa. L’arnia, la casa delle api domestiche, non è altro che il risultato di una laboriosa collaborazione tra “noi” e questi incredibili insetti. I fiori, il nettare, l’impollinazione, senza tutto questo si fermerebbe il ciclo della vita. E il ritmo del mio brano rispecchia quello che accade all’interno di un’arnia, questa incredibile vitalità», spiega Loccisano. Il suo punto di forza sta nel riuscire a rendere vivo il concetto alla base delle sue composizioni soltanto con l’uso del suo strumento a corde, senza dover ricorrere a immagini di copertura o altre soluzioni narrative. Come succede nel video di “Arnia”: in un’atmosfera intima, illuminata da un unico punto luce, l’autore si trova sul palco con la sua chitarra, come a voler raccontare un rapporto di complicità e unicità tra i due. Lui canta, lei lo accompagna. Non c’è bisogno di altro.
A presentare il concept del nuovo album è lo stesso Loccisano: «Fuori dalle regole consuete, abbiamo pensato ad una formula originale per produrre questo nuovo disco. In totale sintonia con il significato profondo del “Solstizio”, composto dai due lemmi latini: sol, da cui deriva “sole”, e –sistere, che vuol dire “fermarsi”. Pubblicherò una serie di brani con relativo videoclip nell’arco di un anno, immergendomi di volta in volta totalmente in un unico brano. Alla fine avremo un concept album maturato attraverso la libertà della creazione e la risposta di chi ci seguirà».
La chitarra battente segna l’intera produzione del musicista, e richiama suoni e melodie della sua terra d’origine, la Calabria. Lo strumento, derivante dalla chitarra barocca, viene percosso con la mano destra su tutta la lunghezza delle corde creando un suono omogeneo che richiama molto la risacca del mare, diventando in questo modo caratteristico del Sud Italia
https://www.youtube.com/embed/RGt2otK2zGI/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-ITLa data di uscita è prevista per il 21 giugno, e non a caso: «Questa composizione è in sol, perché la mia battente ha il sole come emblema e perché spesso diamo per scontato l’avvicendarsi del giorno e della notte, e invece il sorgere del giorno è un miracolo», spiega Loccisano. La chitarra battente infatti segna l’intera produzione del musicista, e richiama suoni e melodie della sua terra d’origine, la Calabria. Lo strumento, derivante dalla chitarra barocca, viene percosso con la mano destra su tutta la lunghezza delle corde creando un suono omogeneo che richiama molto la risacca del mare, diventando in questo modo caratteristico del Sud Italia. Adottata nel mondo contadino come strumento di accompagnamento al canto tradizionale, si è conquistata in seguito un ruolo da solista.
Così ha fatto Loccisano, spronato dal compositore Eugenio Bennato durante una tournée nel 2005: «Lui vedeva in me la possibilità di dare un valore aggiunto allo strumento, dato che riuscivo a dare un tocco personale e inedito al suono della chitarra battente. Ho, quindi, pensato di aggiungere dei tasti in più sulla tastiera dello strumento per avere un range di frequenze alte e un maggior numero di note, non c’è stato alcun snaturamento nel suono». È un rapporto ben consolidato quello di Loccisano e la battente, a cui ha dedicato anche il titolo del suo primo album, “Battente Italiana”, proprio per evidenziare l’origine dello strumento e marcare l’appartenenza alla tradizione della penisola.
Ma lo sguardo di Loccisano va oltre il panorama italiano, già a partire dalla sua formazione musicale. Dopo aver conseguito il compimento inferiore di chitarra classica al “San Giacomantonio” di Cosenza, prosegue gli studi al “Fausto Torrefranca” di Vibo Valencia e successivamente si dà alla chitarra flamenca a Sevilla, attraverso la frequentazione di scuole, musicisti e luoghi popolari dell’Andalusia. Nel 2005 poi entra a far parte dei Taranta Power di Eugenio Bennato con il quale svolge un’intensa attività concertistica come chitarrista battente e arrangiatore. Tra le principali destinazioni dei tour realizzati: Messico, Algeria, Marocco, Egitto, Tunisia, Galles, Inghilterra, Scozia, Polonia, Mozambico, Etiopia, Grecia, Libano, Siria, Turchia, Canada. Qui ha fatto sentire di che musica è fatto, partecipando tra gli altri allo Sfinks Festival in Belgio, lo Stimmen Festival in Germania e il Bardtreffen in Lussemburgo.