L’inglese è una bestia difficile: per parlarlo non basta saperne vocaboli (infiniti) e regole (tantissime, ma diffuse come gocce d’acqua nella nebbia). C’è un aspetto, che gli stessi inglesi definiscono “use of english”, cioè l’utilizzo della lingua, non sulla carta ma nella realtà. È, in sostanza, quel difficile equilibrio fatto di vocaboli particolari, espressioni comuni e atti linguistici che fanno capire più o meno tutto di chi parla: da quale classe sociale proviene, quali studi ha fatto, quale origine ha. È, insomma, il vero test di inglese: perché parlarlo non basta, bisogna impersonarlo.
Per farla breve, qui (in questo video di EtJ English) ci sono alcune espressioni inglesi britanniche molto comuni (e molto usate) che non si studiano sui libri di scuola. Ad esempio, il diffusissimo “cheers”, che svolge alla perfezione la funzione di “thank you”. O anche il classico “alright”, che nel mondo british significa, più che “come stai?”, un semplice “ciao”.
Ci sono espressioni più colloquiali (che vanno usate solo con gli amici, o persone molto vicine) come “budge up”, da dire sui mezzi se si vuole un po’ di spazio per sedersi. O “knackered”, che vuol dire “stanco morto”, e si usa solo appena prima di addormentarsi in modo effettivo. Sono parole che denotano una coscienza linguistica che è già sociale, cioè già consapevole di condividere un gergo anziché una lingua. Ma se le si usa in Uk il successo, o almeno l’approvazione, sono garantiti.