Il Sudafrica (forse) vuole cambiare il suo nome

Quella adottata oggi è un’antica denominazione coloniale. A ben guardare, sostengono alcuni, non sarebbe nemmeno un nome ma una descrizione geografica. Le proposte al vaglio, però, sono pochine

A ben guardare, il nome non è molto originale. In più si aggiunge il problema della sua origine coloniale. Per questo e altri motivi il ministro per le Arti e la Cultura del Sudafrica, Nathi Mthethwa, ha sollevato la possibilità di cambiare il nome del Paese per sempre. E trovarne uno più “appropriato”.

Il problema, spiega Mthethwa, è che “Sudafrica”, è il modo in cui gli antichi colonizzatori britannici definivano le colonie del sud, unificate in un’unica entità, cioè l’Unione dell’Africa del Sud. Questo è il punto: “Sudafrica non è nemmeno un nome, ma una descrizione geografica”. Si può dire, continua, che “il Paese non abbia nemmeno un nome, e che la sua denominazione attuale sia impregnata del passato coloniale”.

Insomma, bisogna cambiare. Liberarsi delle catene, anche solo simboliche, del passato. Lo hanno fatto altri Paesi come la Namibia, che era Sudovest Africa, o il Botswana, ex Bechuanaland, e il Mozambico che prima era l’Africa dell’Est Portoghese. Lo Zimbabwe ha smesso di essere la Rhodesia e perfino il piccolo Lesotho ha abbandonato il vecchio nome coloniale, cioè Basutoland. Solo il Sudafrica è rimasto Sudafrica.

Nel suo piccolo, il Paese ha già modificato i nomi di strade, piazze città e province. Resta ancora da stabilire quello principale, e non sarà facile. Una delle proposte, già abbracciata dal Congresso Pan Africanista durante l’Apartheid era Azania: il nome arabo originario, dicono, di quella punta estrema di terra. Al momento non ne sono state fatte altre. Anzi, secondo alcuni sarebbe un problema cambiarlo, soprattutto in termini di costi pratici (occorrerà modificare tutte le denominazioni). E il Paese, che pure non ha il nome di un Paese, ha ben altri problemi da affrontare adesso.