Non più di Einstein, ma più di tanti altri di sicuro: essere intelligenti, anzi sentirsi più intelligenti degli altri è una sensazione piuttosto comune. Troppo, a dire il vero, perché sia sempre fondata. Se al momento non è stato possibile ancora definire l’intelligenza secondo una concezione che la renda misurabile, ci sono però alcuni segni che si riscontrano in chi, a torto o a ragione, si trova più sveglio degli altri.
Prima di tutto, secondo uno studio del 2010 (piena epoca Obama), i giovani adulti che si definivano “molto conservatrici” avevano un QI di solo 95 punti. I “liberal”, al contrario, ne vantavano 106. È possibile allora concludere che i liberal siano più intelligenti? Sembra prematuro.
Secondo un altro studio, è invece segno di maggiore intelligenza essere divorati dall’ansia. Chissà perché: secondo i biologi sarebbe una questione evolutiva. Saper prevedere i pericoli futuri è un tratto che permetterebbe di evitare l’estinzione (certo, il problema dell’ansioso è che, però, i pericoli futuri se li immagina), sarebbe cioè associato alle abilità predittive, di calcolo e di deduzioni che, di solito, appartengono alle persone ritenute intelligenti.
Un altro studio ancora rileva che, al contrario, le persone più intelligenti sono quelle che hanno più fiducia negli altri. Fermi tutti: gli scienziati (cosiddetti) si devono mettere d’accordo. Come fanno le persone ansiose a essere anche fiduciose nei confronti degli altri? È difficile. Si aggiunga poi che, secondo un altro studio, le persone più intelligenti sono, come vuole anche la tradizione, più solitarie. Cioè meno disposte a stare con gli altri (ma – va detto – non per questo meno propense a dare loro fiducia). Sono più intelligenti anche le persone pigre (lo diceva anche Bill Gates). E quelle che stanno sveglie fino a tardi. E, perché no, quelle con disordini mentali.
Insomma, componendo tutte le indicazioni, le persone più intelligenti della media sarebbero dei liberal, fiduciosi nei confronti degli altri e più felici. Al tempo stesso però, degli ansiosi cronici, soggetti a disturbi mentali, che se ne stanno in disparte, vivono di notte e di fronte ai problemi non sono reattivi ma pigri. Li salva (ennesima ricerca) un senso dell’umorismo più raffinato di quello degli altri. Di sicuro, più raffinato di tutte queste ricerche.