Altro che tatuaggi, sono le cicatrici che racchiudono le storie delle persone

Il progetto Behind the Scars della fotografa londinese Sophie Mayann racconta il trauma e la vicenda dietro ogni taglio sulla pelle delle persone. Ripensando anche il concetto di bellezza e perfezione

La bellezza non è senza difetti. Ma i difetti possono fare una bellezza? Ce lo si chiede osservando la serie di immagini di Sophie Mayann, fotografa londinese di 24 anni, che mette al centro delle sue immagini il corpo, come è davvero, e senza ritocchi. In questo caso, con le cicatrici.

Incidenti, operazioni, tagli e ferite fanno parte della vita di molte persone. Sono traumi ed esperienze, simboleggiate dai segni che restano. La bellezza per essere pura deve essere senza storia? Come spiega in un’intervista a Dazed, “sono le storie, sia fisiche che emotive, che mi hanno dato l’idea di questa serie sulle imperfezioni – e sul perché la società le considera tali”. Le cicatrici vengono messe in scena “insieme alla percezione che se ne ha, con tutte le reazioni che incontrano”. Spesso di repulsione, diffidenza e disagio. “Ma dietro ci sono store da conoscere”.

E così nasce Behind the Scars, cominciato nell’agosto 2016: prima concentrato sulla moda e poi sempre più caratterzzato come uno studio personale. La marcia contro Photoshop, contro la perfezione, contro i corpi senza storia è appena cominciata:

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