Esistono dibattiti nati per dividere l’umanità. Dal pandoro/panettone al cane/gatto, fino all’ultimo, immenso interrogativo: si dice “gif” o “gif” (pronunciato “ghif”)? Il mondo è diviso e non c’è modo di riappacificarlo, come dimostra questa mappa dell’Economist. Ci sono intere aree del mondo che utilizzano una “soft g”, come fanno in larga parte gli italiani, e altre che, senza ombra di dubbio, usano una “hard gif”, come in Russia.
Chi ha ragione? Difficile dirlo. La parola “gif” è una sigla e significa “Graphics Interchange Format”. Esisteva prima che nascesse il web e ha conosciuto, dopo un periodo di oscurità, una grande riscoperta nell’epoca delle immagini animate, le “gif”, appunto. Visto che il web, nonostante la sua decantata interattività, è uno strumento basato sulla scrittura, ognuno lo legge a modo suo. Tutto sommato, non esiste davvero un’autorità in materia che possa disciplinare la giusta pronuncia.
Certo, visto che la “g” è quella di “graphic”, la logica vorrebbe che il suono restasse lo stesso. Per cui “gif” (“ghif”). Eppure c’è chi si ribella e ricorda che, in origine, il nome scelto ammiccava alla marca di burro Jif, per cui dovrebbe tenere quella pronuncia, cioè con la “soft g”. Il sondaggio adottato dall’Economist e condotto da Stack Overflow, che ha raccolto oltre 50mila risposte in 200 Paesi, dimostra che il campo è diviso, ma non in parti uguali: la pronuncia “g” sorda prevale al 65%. Mentre la “g” sonora raccoglie solo il 26%.
Certo, il dato va corretto: chi tifa “g” dura rappresenta il 45% della popolazione mondiale, ma è anche il 79% delle risposte al sondaggio. In ogni caso, anche con una stima più precisa, la gara non cambia: vince la “g” dura, al 44%, mentre la “g” dolce si ferma al 32%. E gli altri? È questo il punto più incredibile: in Cina e in Corea del Sud viene pronunciata anche “gi-ai-ef”, e lo fa il 21% della popolazione. Come dire che le divisioni sono destinate, in questa come in altre cose nel mondo, ad aumentare.