Ecco “awake”, il verbo più difficile per gli inglesi

Esistono varie forme alternative: da "awaken" al passato "awoke" e alla forma "awoken". Come ci si orienta nel più grande ginepraio linguistico d’oltremanica? Con molta pazienza

Altro che buongiorno. In inglese è complicatissimo anche solo svegliarsi. Il verbo awake è uno dei più ingarbugliati di tutta la lingua: ha due forme (o tre?), confonde i participi passati e inventa nuove tipologie di passati remoti. Tutto si spiega, seguendo i fili, riguardando la storia della parola. Anzi, delle parole. Perché, come si spiega qui, in Old English erano ben due: awacan (intransitivo), cioè svegliarsi, e awacian (transitivo), cioè svegliare.

Il problema è presente fin dall’inizio: uno dei due aveva una coniugazione irregolare e l’altro, invece, regolare. Per capirsi, uno era awake, awaked e awaken. L’altro awake, awoke e awaken. Le due parole, col tempo, hanno cominciato a confondersi.

Comincia awaken, che è un participio passato, a creare problemi: acquisisce (chissà perché) dignità di verbo a sé. E di conseguenza, assume anche una sua coniugazione (regolare): awaken, awakened e awakened. Dopodiché, i due verbi originari cominciano a mescolarsi. I due passati remoti awaked e awoke diventano interscambiabili, assomandosi al nuovo awakened. A questo punto della storia, insomma, si poteva dire “lui si è svegliato” in tre modi, tutti accettati: he awaked, he awoke, he awakened.

Ma visto che si può sempre peggiorare, nel 16esimo secolo viene creato, in ambiente poetico, un nuovo participio passato: awoken, basato sul passato remoto awoke. Come se non ne avessero già abbastanza.

In sostanza, adesso si può avere al presente un awake, ma anche un awaken. E sono uguali. Al passato, si può scegliere tra awaked e awoke e anche awakened. E al participio passato si può andare da awaken a awoken fino, di nuovo, ad awakened. Ed è solo per svegliarsi.

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