Inglese: impara le sottigliezze del Thieves’ Cant, la lingua dei ladri

Nacque nei bassifondi di Londra nel 1700 per non farsi capire dalla polizia e dalle possibili vittime. Ma in breve tempo divenne di dominio pubblico: tutti la studiarono e molti termini entrarono nell’uso comune

L’inglese? Una lingua da delinquenti. Prima di scandalizzarsi, è bene sapere che, in un certo senso – e in una minima parte – è vero. In inglese esistono alcuni termini, entrati nell’uso corrente e utilizzati ancora oggi che, in realtà, furono coniati da ladri e delinquenti nel 1700. Era il Thieves’ Cant, cioè il “dialetto dei ladri”, una sorta di idioma segreto utilizzato dai criminali per comunicare senza farsi capire dagli altri: né dalle possibili prede, né dalla polizia.

In quel tempo, vista la rapida industrializzazione e la cattiva organizzazione delle città, cadere nella delinquenza era molto facile. Bande di ladri giravano per i bassifondi di Londra, braccati dalla polizia e temuti dalle persone perbene. Erano tantissimi ed era perciò inevitabile che creassero, a loro uso e consumo, una propria lingua, un gergo privato utile anche per “lavorare”.

È per questo che, in breve, si sentì la necessità di capire il significato di quelle parole. Questo creò un fenomeno piuttosto raro: la lingua dei ladri divenne, in poco tempo, patrimonio comune. I lessicografi, prima di tutto, si inoltrarono per le vie oscure di Londra, parlarono e familiarizzarono con i loro abitanti traendono dizionari e traduzioni. Il grande pubblico, da parte sua, si dimostrò interessato a capire. Si applicò, studiò e assimilò le parole più interessanti. Infine gli scrittori, come Charles Dickens, inserirono il Thieves’ Cant nelle loro opere (con tanto di glossario).

E allora fu così che “brag” (vantarsi) entrò nell’uso comune, insieme a “gab” (chiacchierata), “peepers”, (nel senso di occhi), “rat” (topo, nel senso di truffa: da qui l’espressione “to smell a rat”), e “mug”, nel senso di ceffo, cioè volto.

Secondo gli studiosi, le origini del lessico del Thieves’ Cant vanno cercate in una mescolanza di inglese, latino, francese, russo, italiano e yiddish. Non per niente si ritrovano parole come “spado”, cioè “spada”, dallo spagnolo, o “carouse” (nel senso di bere in tranquillità) che deriva dal tedesco. Ma la grammatica, nella sua forma e sostanza, era tutta inglese. Da quelle regole, insomma, non si scappa mai. Nemmeno se si è deliquenti patentati.

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