Cose strane succedono al mondo. Una di queste riguarda un’antica brocca ittita, vecchia di 3.700 anni. A una osservazione più profonda si nota, su uno dei suoi lati, una faccina disegnata. Proprio così: uno smiley. Lo racconta al Times of Israel Amanda Borschel-Dan: è una scoperta recente, avvenuta dopo che gli archeologi hanno raccolto e riunito i pezzi della brocca, ritrovati tra le rovine della città di Karkemish, tra Siria e Turchia.
Il vaso era usato per bere il sherbet, una bevanda dolce. E non ha decorazioni di altro tipo. “Lo smiley c’è, non si può dubitare”. Ma non ci sono altre attestazioni, né nell’epoca né nell’area. E allora? Come si spiega?
Una spiegazione è data dal fatto che, forse, non è davvero uno smiley. Il disegno è formato da due punti e da una linea curva, certo, ma poteva avere un altro significato (due uomini in barca, ad esempio), o rappresentare un sistema di catalogazione personale (indicava il contenuto della brocca, ad esempio). Un’altra possibilità è che, in realtà, sia un grande falso: dipinto da qualche phd burlone o da qualcuno più opportunista, che vuole usare la scoperta per richiamare attenzione sugli scavi (e ci sarebbe riuscito).
Oppure – ed è l’ipotesi più improbabile – è la testimonianza che la macchina del tempo esiste, o esisterà. E che qualcuno l’ha utilizzata per tornare indietro fino all’imperok ittita. E che, sempre quel qualcuno, a conti fatti, è un po’ un cretino.