D’accordo, c’è Despacito e per quest’anno dovrebbe bastare. Ma per chi volesse un’estate ancora più tamarra e sbrindellata, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Unica condizione, guardare a est, cioè all’ex Unione Sovietica.
Come riporta questo interessante sito, in tutti gli ex Paesi della cortina di ferro la scena musicale è rampante. Unisce al peggio dell’estetica occidentale sonorità caucasiche, a volte ottomane, e si lancia gioiosa nel trash più felice, senza alcun complesso. Una libertà assoluta, avida e arrivista che merita un ascolto. Anche perché, se qualcuno avesse nostalgia delle atmosfere anni ’90 e delle ragazze scollacciatissime (il politically correct qui non è arrivato e, si spera, non arriverà mai), o avesse un debole per il K-Pop ma non sopportasse i coreani, qui troverà un vero e proprio tesoro.
In ordine di distanza, sono elencati le cinque migliori hit dell’estate 2017 provenienti da “laggiù”. Che poi “laggiù” non è nemmeno tanto distante, visto che si comincia con la frizzantezza della Bosnia Erzegovina.
Anthem of a Generation (Inno generazionale)
Dubioza Koletiv, Bosnia-Erzegovina
Un gruppo reggae-dub che mescola l’hip-hop alle sonorità balcane e cerca di porsi alla guida, appunto, della nuova generazione di quel Paese. La loro canzone è un inno generazionale, appunto, ma anche una satira delle nuove abitudini di un mondo che non è ancora diventato ricco e già “si preoccupa per lo stipendio”.
The Village
Who See?, Montenegro
Poco più in là c’è l’hip-hop montnegrino di un duo che ama scherzare con gli stereotipi del genere musicale. Al centro c’è la vita di un villaggio del Montenegro, monotona e noiosa come quella di qualsiasi villaggio: vecchi che giocano a scacchi, teenager stufi, nonnine scapigliate e bellezze locali. Una vita ripetitiva: intanto si rappa, poi magari si cambia.
Regenera-ce
Paulie Garan, con Lenny, Repubblica Ceca
Qui è tutto un po’ più raffinato. A cominciare dalla capitale, Praga, e dalle sue strade. Da un lato c’è Paulie Garan, rapper, con Lenny, che inserisce strofine in inglese. Si balla, si cammina per le strade della città, si bighellona senza meta. Il tutto con un’estetica da VHS e una certa melodiosità.
PoCo?
Kayah, con Idan Raichel, Polonia
Musica polacca che risente delle sonorità klezmer, che ospita il cantautore israeliano Idan Raichel, che pompa il volume e la butta sui ritmi sempre più esibiti. “Apprezza ciò che hai, dimentica ciò che non hai”. In questo caso, tutta una pianura di sonorità da far danzare.
Back2Summer
Vremya i Steklo, Ucraina
Il meglio alla fine: un gioiello per chi ama il pop pesante e i video anni ’90. Belle ragazze, macchinone, effetti speciali già ironici con tanto colore da sembrare una pubblicità di chewing-gum, manca solo lo skateboard (o forse c’è), non manca la Corea, non mancano le trovate assurde. Si balla, è bello, ci si diverte con tutto quello che si ha. “Back2Leto, Back to reality”. Non vuol dire niente, perché il testo non serve davvero.