L’evasore fiscale d’estate non va in ferie. Anzi, con l’arrivo dei turisti, si sfrega le mani. Gli illeciti fiscali si moltiplicano. Come i lavoratori stagionali, che molte volte però sono in nero. Chiedete a uno dei musicisti che animano le serate nei lidi di mostrarvi una fattura o un contratto di lavoro temporaneo: nella maggior parte dei casi, vi riderà in faccia. Oppure fate un giro nelle case affittate per i mesi estivi: gli affittuari sono per lo più fantasmi sconosciuti al fisco così come i soldi che entrano nelle tasche dei proprietari. Dalle scatole di sardine affittate ai ragazzi in Salento alle villette per famiglie.
Da inizio luglio a metà agosto, la Guardia di finanza ha effettuato oltre 11mila controlli nelle principali mete vacanziere italiane. Una media di 240 interventi al giorno, che hanno portato alla scoperta di 460 venditori abusivi, senza permesso o licenza, e 1.600 esercenti “a corto” di scontrini. Senza dimenticare i prodotti taroccati che popolano mercati e bancarelle estive: da inizio luglio a metà agosto sono stati sequestrati 12 milioni di prodotti falsi. E i lidi abusivi: intere spiagge a uso esclusivo di chi paga ombrellone e lettino, che invece dovrebbero essere aperte a tutti. Solo in Salento, mete per eccellenza dell’estate 2017, l’operazione “Mare Sicuro” ha portato al sequestro di 22 stabilimenti e circa 2.500 metri quadrati complessivi restituiti ai bagnanti.
Chiedete a uno dei musicisti che animano le serate nei lidi di mostrarvi una fattura o un contratto di lavoro temporaneo: nella maggior parte dei casi, vi riderà in faccia
Non va meglio per gli affitti. Su 800 controlli effettuati, uno su due è senza alcun contratto. Un vizio tutto italiano, quelli dei furbetti dell’affitto, diffuso da Nord a Sud. A Pordenone sono stati scoperti 20 proprietari di case al mare che non dichiaravano al fisco introiti da un minimo di duemila euro a un massimo di oltre 20mila per chi era proprietario di più case. In Salento, sono stati scoperti la maggior parte dei 370 alloggi turistici in nero censiti dalle Fiamme Gialle. E nel savonese, lungo la costa, tre case su quattro sono risultate non regolari. C’è chi non dichiara alcuna entrata, chi solo una parte dell’introito. A Ischia, a inizio estate, prima del terremoto, una quindicina di proprietari di case vacanza sono stati denunciati per non aver notificato la presenza degli ospiti all’autorità di pubblica sicurezza. Appartamenti e turisti fantasma. Con buona pace anche per la sicurezza.
Come molti dei lavoratori stagionali che hanno popolato alberghi, bar e stabilimenti balneari. Bagnini, barman, camerieri pagati a serata direttamente in contanti. Quest’estate l’offerta di impieghi stagionali è cresciuta del 10% rispetto allo scorso anno, ma è aumentata anche la quota di lavoro nero. Secondo un’indagine di Adnkronos, che ha interrogato sindacati e associazioni di categoria nelle principali località turistiche, quasi il 60% dei lavoratori quest’estate è stato impiegato senza contratto o con rapporti di lavoro irregolari.
Non va meglio per gli affitti. Su 800 controlli effettuati, uno su due è senza alcun contratto. Un vizio tutto italiano, quelli dei furbetti dell’affitto, diffuso da Nord a Sud
La Guardia di finanza, dall’inizio dell’estate, ha scoperto 1.450 lavoratori in nero o irregolari, di cui 268 stranieri, impiegati soprattutto nei campi agricoli. Con punte del 70% nel Mezzogiorno, con Campania e Calabria in testa. A pesare – ma non è certo una giustificazione – anche l’abolizione dei voucher, che ha fatto scivolare nel sommerso alcune situazioni prima regolari. I nuovi contratti di lavoro temporaneo e i libretti familiari di certo non riescono a coprire tutte le esigenze.
Lo scorso 27 agosto, le Fiamme Gialle hanno scoperto ben 21 lavoratori in nero in due strutture turistiche della Riviera dei cedri, in Calabria, di cui 17 in un unico albergo di San Nicola Arcella. Come se fosse la norma, insomma. Nel casertano, a metà agosto, in un solo blitz i carabinieri hanno scoperto 100 lavoratori agricoli in nero su 203 controllati. Se in Italia è irregolare un lavoratore ogni dieci, in Campania e Calabria si arriva a uno ogni cinque. Soprattutto in coincidenza dell’arrivo della bella stagione.