Peggio di Lucifero. La cosa davvero luciferina è il lamento continuo su Lucifero. Perché fa caldo (è più un rituale planetario che una notizia: ad agosto fa caldo) e per una settimana, pare, farà sempre più caldo. È la quinta ondata quest’estate. A Milano si arriverà a 41 Gradi come a Bangkok. A Campobasso ci sono 36 gradi come al Cairo. Le mucche, dice la Coldiretti, producono il 20 per cento di latte in meno rispetto ai periodi normali. Nei pronto soccorso italiani si registra il 10 per cento di accessi in più (dati Simeu), e si tratta, come ogni anno, soprattutto di anziani e bambini.
Fin qui i dati, i numeri dell’oggettiva emergenza. Poi i rimedi: i due litri di acqua da bere al giorno, i 16 alimenti più idratanti dall’anguria alle zucchine. Abbandonare per qualche giorno le cattive abitudini, la colazione dei campioni con un un doppio Jack Daniels e riga di coca a Milano, il pranzo sacramentale a Roma: fagioli e cotiche di cinghiale col solito litro di vino sfuso, la testa al sole e il riverbero del travertino.
Se è vero che il dramma del caldo in realtà è il caldo percepito, il modo migliore di percepire meno il caldo è godersi il caldo
Situazioni estreme a parte e al di là dei dati il rimedio per il caldo non lo danno gli scienziati. Il vero rimedio, come per tutto, è nel modo di prendere la faccenda. Perché se è vero che il dramma del caldo in realtà è il caldo percepito, il modo migliore di percepire meno il caldo è godersi il caldo.
Smettere di lamentarsi per il caldo innanzitutto.
Pigliare per buono il vecchio Montesquieu, che nello Spirito delle leggi scriveva “Il calore in certi climi può essere cosí eccessivo da privare totalmente il corpo della sua forza. La fiacchezza si comunicherà allora allo spirito stesso; non si avrà piú alcuna curiosità, alcun desiderio di nobili imprese, alcun sentimento generoso; le inclinazioni saranno tutte passive; la felicità sarà identificata con la pigrizia”.
Ecco, la pigrizia. Avvalorate i migliori pregiudizi sui popoli del Sud. Niente curiosità, niente imprese, niente generosità.
Caldo uguale pigrizia.
Siate pigri.Non date appuntamenti. Usate il refrain giamaicano invece: “soon come”, “vengo presto”, che può significare fra tre quarti d’ora, domani, o mai.
Meglio maiNon prendetevela con il vostro sottoposto che esegue poco e male i compiti assegnatigli. È sempre in pausa cremacaffè, non risponde a whatsapp. Siate indulgenti. Blandamente.
Non arrabbiatevi con la capa, pure se si trucca con una riga di matita per fare prima e insiste per spegnere il condizionatore e aprire la finestra. Anche lei, in bus, suda come un beduino. Povera anima.
Siate compassionevoli.
Siate menefreghisti.
Non date appuntamenti. Usate il refrain giamaicano invece: “soon come”, “vengo presto”, che può significare fra tre quarti d’ora, domani, o mai.
Meglio mai.
Ma se proprio dovete andare partite in grande anticipo. Passi lenti. Scegliete con calma il lato del marciapiede all’ombra.
Non arrabbiatevi mai, perché come dice Pino Daniele in Che calore: “si m’incazze nun fatighe cchjiu”. Non arrabbiatevi. Anzi, se possibile, non faticate nemmeno. O se proprio dovete lavorare lavorate male.
Niente fordismi e calvinismi e chissamai. Il caldo vi giustifica. Il caldo vi assolve. Il caldo vi coccola (sic!).O se proprio dovete lavorare lavorate male. Niente calvinismi. Il caldo vi giustifica
Ergo godetevi il caldo. Riducete al minimo le funzioni vitali. Anche quelle amorose. Smettete di litigare con il tipo/la tipa. Se proprio la situazione si fa insostenibile mandate uno youtube con un classicone dei Led Zeppelin, “Tesoro ti lascerò/quando l’estate ci avvolgerà”
Lasciare tutto, lasciare perdere.
Deporre la volontà. È la volontà che fa sentire il caldo.
Non strillate mai, non alzate la voce. Ricordate il mito di Pan. Pare che il dio cornuto e lussurioso in un pomeriggio di sole e calore avesse lanciato un urlo, e fosse rimasto terrorizzato dall’urlo che lui stesso aveva lanciato. Quindi non strillate se non volete andare in panico. Il mondo vi ringrazierà, voi stessi ringrazierete il mondo.
Soprattutto non pensate al riscaldamento globale.
E non lamentatevi troppo di Lucifero, è una cosa davvero luciferina. Siamo/siete già disidratati, non disidratateci la minchia. Grazie.