È successo anni fa, eppure se ne parla ancora. Si tratta della serie tv IKEA Heights, girata tra il 2009 e il 2010 in uno store Ikea a Burbank, in California, senza che la catena ne fosse a conoscenza. Riprese pirata, insomma, per una serie – secondo la critica – di qualità. Era intelligente l’idea, simpatiche le battute, originali i colpi di scena. In più, geniale il modo in cui è stato girato: in un anno il cast si posizionava nei vari dipartimenti dell’Ikea, fingendo di provare i mobili. Invece recitavano. Un caso di guerrilla filmmaking ben riuscito.
Se ne parla ancora, forse, perché d’estate si va a spulciare gli archivi. O forse perché l’Ikea stessa ha desiderio che se ne parli. In fondo, la stessa Madeleine Löwenborg-Frick, portavoce del ramo canadese Ikea, ha riconosciuto nel 2010 i meriti della serie: “È divertente, lo pensiamo tutti. Ci piace il loro senso dell’umorismo, e del resto anche noi trattiamo le nostre iniziative di marketing con lo stesso atteggiamento”. Però “filmare senza autorizzazione nei nostri negozi non è una cosa bella. Ci sono canali ufficiali, chi vuole filmare nei negozi Ikea può passare di lì”.
Rimprovero doveroso, ma se avessero chiesto il permesso, che guerrilla filmmaking sarebbe mai stato?