Le meraviglie della botanica dimostrano, se ancora ci fosse bisogno, che molte delle abilità che gli umani attribuiscono a se stessi sono, in realtà, piuttosto diffuse. Ad esempio, saper contare. Non è un’operazione difficile, se anche una pianta come la venere acchiappamosche, cioè la pianta carnivora per eccellenza, è in grado di farlo.
Come gli scienziati hanno avuto modo di scoprire, la Dionaea muscipula (il nome tassonomico della pianta), riesce a non farsi ingannare da segnali errati. Sa distinguere, per capirsi, tra una goccia di pioggia che le piove sopra e le zampette di un insetto che sta camminando su di lei. E da cosa? Dal numero di segnali che riceve: se i suoi recettori vengono toccati più di una volta, allora le sue foglie, che hanno la forma di una bocca con denti acuminati, si richiudono all’istante, intrappolando l’insetto malcapitato. A quel punto comincia la digestione, cioè la secrezione di alcuni enzimi, che attaccheranno il povero animale, ma è un’altra storia. Quello che conta è che anche la pianta, appunto, conta.
Il funzionamento della Dionaea è illustrato molto bene in questo breve filmato. Charles Darwin, quando la vide, la definì “il più straordinario dei fiori”, e non si sbagliava.