Quando anche gli americani sognavano la sanità pubblica gratuita

Fu un progetto del governo Truman: sanità pubblica finanziata dalle tasse. Sarebbero bastati tre centesimi a settimana per ogni americano. Fecero anche un cartone animato per convincere la popolazione. Non bastò

Sembra assurdo, ma sarebbe piaciuta anche a loro. La sanità pubblica gratuita e universale, che i Paesi europei garantiscono ai cittadini, negli Usa è quasi fantascienza. Eppure ci fu un periodo in cui alcune frange politiche, alcuni poteri (non troppo forti, però), cercarono di convincere gli americani della bontà di questa idea: un servizio pubblico che seguisse i cittadini dalla culla alla tomba, al modicicissimo prezzo di tre centesimi a settimana, cioè meno di cinque dollari all’anno.

Era il 1949, epoca Truman, quando il governo tentò il colpaccio. Il progetto prevedeva soldi (pubblici) per medici di famiglia, infermiere, nutrizionisti e dipartimenti di salute rionale. Ma occorreva convincere gli americani e per questo Hollywood era sempre a disposizione. Con un cartone animato piuttosto breve, intitolato So Much for So Little (“Tantissimo a pochissimo”), il regista Chuck Jones, che aveva già animato Bugs Bunny, Porky Pig, Duffy Duck e Beep Beep, raccontava la vita di un personaggio immaginario, dalla sua nascita alla sua morte. In mezzo, le vaccinazioni (sacrosante), i consigli, le prime malattie e le prime cure, poi il fidanzamento e la cura dei figli, le malattie della maturità e dell’anzianità, fino a una pensione felice e piuttosto sana. Il tutto grazie alla sanità pubblica, che non doveva far paura a nessuno.

Vinse anche un premio agli Oscar, nel 1950, come miglior Documentary Short Subject.

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I presagi c’erano tutti, ma non funzionò. Alla fine, l’idea di un pagamento comune per un servizio collettivo, che è più o meno l’essenza della tassazione, non piacque. Prevalsero altri intressi, oltre che altri calcoli. Al giorno d’oggi (basta un breve calcolo), tre centesimi per americano non basterebbero a garantire i servizi essenziali (che si sono ramificati e, con il progresso scientifico, diventati anche più complessi). Oggi sarebbero cento volte tanto: cioè 3,61 dollari a settimana. In un anno, 187,72 dollari. Resta sempre una cifra modestissima, soprattutto considerando il ritorno in termini di salute (si sa, quando c’è quella..), di maggiore produttività e, anche in termini psicologici, di maggiore unità nazionale. Che, a quanto pare, in questi ultimi tempi sembra piuttosto precaria.

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