Summertine SADness: perché la depressione colpisce tanto d’estate

La depressione estiva è molto diversa da quella invernale. Ecco come riconoscerla, ecco quali sono le cause e i sintomi della tristezza esistenziale nella stagione calda

Il freddo, il cielo grigio, le giornate che si accorciano, la luce sempre più scarsa: tutto questo sembra suggerire l’inverno come momento dell’anno in cui depressione e suicidi subiscono un’impennata; intuizione suffragata dal Christmas blues, l’effetto depressivo del Natale (che però niente ha a che fare con il clima), e dal luogo comune (più volte smentito) che il freddo e la scarsa luce condannino i paesi nordici a un tasso di suicidi molto più alto del normale.
Come spesso accade, la realtà scientifica è un po’ meno semplicistica. Certamente esiste la “depressione invernale”, un tipo di SAD (disturbo affettivo stagionale) che compare solo nei mesi più bui e freddi. È però sottovalutata la sua controparte: la depressione estiva, che stando ai dati del National Alliance of Mental Illness, colpisce nei soli Stati Uniti almeno il 10% di chi soffre di SAD.

Il sole splende, gli uccellini cinguettano, i bambini – con gli angoli della bocca sporchi di gelato – giocano all’aria aperta e i feed di Instagram si riempiono di paesaggi esotici e marini e gente in costume in posa da sirenetta sullo scoglio. Tutto questo, per alcune persone, significa solo lo sprofondare in uno stato emotivo che stona con il clima e il mood che questo sembra suggerire. L’umidità è opprimente, il respiro si fa più faticoso e questo non fa che aumentare la morsa allo stomaco causata dall’ansia. Irene, che soffre di una forma depressiva che aumenta esponenzialmente nei mesi estivi, dice di avvertire i primi sintomi intorno alla metà di giugno, e di iniziare per contro a sentire sollievo dopo la prima settimana di settembre. «Sono sintomi molto fisici», racconta: «il caldo porta con sé una stanchezza cronica che ti lascia sfiancata e con poche forze, compiere azioni più o meno quotidiane (soprattutto quelle che prevedono una certa dose di movimento) richiede una grande fatica. E il sole, con la sua luce intensa, fa venire mal di testa, ferisce come una lama».

L’estate, per alcuni, significa sprofondare in uno stato emotivo che stona con il clima e il mood che questo sembra suggerire. L’umidità è opprimente, il respiro si fa più faticoso e questo non fa che aumentare la morsa allo stomaco causata dall’ansia

Nascondersi sotto un piumino, rilassarsi al buio come si fa nei mesi invernali non è però possibile. «Mi è sempre piaciuta l’estate», continua Irene, «mi piace il sole, mi piacciono le vacanze ed è molto frustrante non riuscire a goderseli. Io e la mia famiglia andiamo in vacanza in montagna ogni anno, ma ormai non accompagno più mio marito e i miei figli durante le escursioni perché so che li rallenterei, che sarei di peso».

Se la depressione invernale è molta nota e trattata anche a livello divulgativo, quella estiva, oltre a essere meno studiata, è raccontata sin modo spesso approssimativo, tant’è che molte delle persone che ne sono affette rimangono stupite (e sollevate) scoprendo di non essere le uniche a provare questo paradossale odio per i mesi estivi.

Questo disturbo è studiato come fenomeno distinto rispetto al suo corrispettivo invernale soltanto da qualche decennio, ma le sue tracce risalgono a molto più indietro, per esempio al 1854 quando il neurologo francese Jules Baillarger parlò di un paziente in questi termini: nei mesi invernali è «di ottimo umore», mentre «diventa depresso quando si alza la temperatura, si sente abbandonato dalle forze e tenta il suicidio». I fattori ambientali e sociali legati a questo tipo di disturbo sono piuttosto intuibili. Il calore ha effetti negativi sul sonno e sull’alimentazione, creando scompensi nei ritmi di vita abituali. Il sole che tramonta tardi rende una giornata negativa più difficilmente sopportabile perché sembra non finire mai. Gli amici partono, i negozi e i locali chiudono, la routine – pure noiosa ma rassicurante – si interrompe facendo venir meno i soliti punti di riferimento.

A venir meno sono anche i riti di conforto invernali più diffusi, come chiudersi in casa, guardare un film, bere qualcosa di caldo accarezzando il gatto. D’estate la pressione sociale è più forte e se gli altri sono fuori a divertirsi l’idea di stare in casa da soli non fa che amplificare il senso di isolamento. A questo si accompagna l’imperativo al divertimento. Quell’effetto Capodanno che ingigantisce le aspettative condannandoci tutti a un’inevitabile delusione («Dove vai in vacanza?», «Quando parti?» sono domande che per alcuni possono essere temibili quasi quanto la sciaguratissima: «Cosa fai a Capodanno?»

L’estate è in genere una stagione particolarmente ingrata per chi soffre di problemi di salute mentale. Aumentano i tassi di suicidio, di abuso di stupefacenti e le difficoltà nel controllo degli impulsi

Queste però sono tutte spiegazioni di carattere sociale. E limitarsi a queste ragioni non fa che amplificare il rischio di scambiare una demoralizzazione causata dalle circostanze sfavorevoli con il SAD (e viceversa). Ha più senso pensare che il disturbo affettivo stagionale abbia a che fare anche con fattori più strettamente scientifici.

È di questo parere Norman Rosenthal, psichiatra dell’Università di Georgetown e autore di Super Mind. Rosenthal studia questo argomento da trent’anni. Lui e il suo collega Thomas Wehr, (dell’Istituto Nazionale di Salute Mentale), hanno identificato la depressione invernale nel 1984 e tre anni dopo l’hanno distinta da quella estiva. Secondo loro la quantità di luce solare può causare picchi nella produzione di melatonina che va a disturbare i ritmi circadiani naturali: potrebbe trattarsi di un problema di neurotrasmettitori, anche se non si è ancora individuato quali.
Con il cambio delle stagioni, la fisiologia cerebrale subisce dei cambiamenti per adattarsi al clima. Un adattamento che, per chi soffre di SAD, comporta più difficoltà del normale

Il nostro cervello subisce molto l’influenza di fattori come la temperatura, il tasso di umidità e la durata dell’esposizione alla luce. È quindi normale che questi fattori vadano a influire – come già si diceva – sul ritmo sonno-veglia e su aspetti emotivi come l’ansia, il panico, la paura e l’aggressività. Tutti fattori che aumentano con l’aumentare della temperatura.
Infatti, secondo diversi studiosi, i sintomi della depressione invernale e di quella estiva sono parecchio diversi. Il rischio è quello di generalizzare eccessivamente, in genere però se l’inverno porta la letargia, l’estate favorisce l’agitazione e l’insonnia.
Depressione a parte, l’estate è in genere una stagione particolarmente ingrata per chi soffre di problemi di salute mentale. Aumentano i tassi di suicidio, di abuso di stupefacenti e le difficoltà nel controllo degli impulsi. Lo dimostra ad esempio uno studio dell’università svedese Umeå University durato 5 anni, che ha registrato un netto aumento di ricoveri per disturbi mentali quando la temperatura raggiunge o supera i 35° per almeno tre giorni di seguito, e un incremento di disturbi del 24% in estate rispetto all’inverno.

Non a caso la tradizionale festa degli “attarantati”, come quella molto famosa di Galatina in Puglia, si celebra tuttora gli ultimi tre giorni di giugno, in occasione della festa di San Paolo. Un’antica terapia tradizionale che utilizza la danza forsennata per liberarsi di una serie di disturbi fisici e psichici attribuiti più o meno simbolicamente al morso del ragno. Disturbi che si manifestavano prevalentemente con il caldo. «Si può dire che c’è una depressione per ogni stagione», spiega Donatella Marazziti, docente del Dipartimento di Psichiatria, Neurobiologia, Farmacologia dell’Università di Pisa: «Dipende dagli individui, dalla loro predisposizione. In estate la molla può essere l’allungamento del fotoperiodo, in autunno l’opposto». «Come dicevo, a me l’estate piace», spiega ancora Irene: «Quando arriva ho sentimenti contrastanti. Da un lato sono contenta, aspetto con ansia le vacanze e sono felice che i miei familiari se le godano. Nel profondo però non vedo l’ora che sia autunno»·

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