Contro le cannucce nei drink, per salvare l’ambiente

Una moda stupida inventata negli anni ’60 ogni anno inquina i mari e uccide milioni di animali. Al posto delle cannucce di plastica si potrebbe adottare il più biodegradabile bambù o, meglio ancora, la carta

Un nemico silenzioso e tranquillo, a volte anche colorato e simpatico. È la cannuccia, simbolo dell’estate, delle feste e del divertimento. Ha il suo fascino, certo. Non può mancare sul cocktail, tra un cubetto di ghiaccio e l’altro. Però è anche uno degli oggetti più dannosi per l’ambiente, in particolare per la vita in mare.

(Ad esempio, questo video di una cannuccia estratta dal naso di una povera tartaruga toglierà a tutti la voglia di usarla nel prossimo Moscow Mule).

È da anni che, ogni estate, fioriscono campagne “Straw free”, contro l’uso delle cannucce, per promuovere drink più attenti all’ambiente. Ma sono tutti appelli che cadono nel vuoto. Le cannucce sono in mezzo a noi e sembra che ci resteranno a lungo. Ed è un problema. Ogni giorno in tutto il mondo si utilizzano, più o meno, un miliardo di cannucce. Usate e buttate via subito: la vita media è di circa 20 minuti, mentre il tempo necessario perché una cannuccia sia assorbita dall’ambiente si calcola in centinaia di anni. Nel frattempo ogni anno 1,5 milioni di animali marini muoiono per aver ingerito della plastica, mentre sulla spiaggia gli umani se la spassano cantando Despacito.

Non è un male necessario: la cannuccia, oltre che essere poco indicata anche per la salute dei denti, è un’invenzione recente, un’aggiunta superflua, un richiamo della moda di qualche decennio fa. Insomma, si può migliorare il mondo con un semplice sacrificio: rinunciando alla cannuccia di plastica. O, se proprio non si riesce, sostituirla con cannucce di carta (usa e getta), di bambù (molto indicate) o con una propria, personalissima, cannuccia. Con cui girare per locali e città.

Entra nel club, sostieni Linkiesta!

X

Linkiesta senza pubblicità, 25 euro/anno invece di 60 euro.

Iscriviti a Linkiesta Club