“Kubrick? È uno dei miei punti di riferimento, uno dei miei preferiti”. Lo dice Wes Anderson. Ma è anche una confessione: i due registi hanno molto in comune. Nel senso che il secondo ha preso tante cose dal primo. “Quando sto girando un film non mi accorgo se sto rubando qualcosa, e da chi. Ma quando è finito, lo considero una cosa mia e dimentico tutti i miei debiti. Ma riconosco di essere influenzato da Kubrick”.
E dove, di grazia? Lo spiega bene questo video. I due registi all’apparenza sembrano abitare su due pianeti diversi. Il primo è noto per film complessi, difficili, grandi dal punto di vista visivo, narrativo, di pensiero. Anderson si balocca in un mondo simmetrico e colorato, con storie simil-commedie, bizzarre e dal tocco leggero.
Eppure si incontrano: le prospettive in prima persona, il gioco (che piace a entrambi) di mostrare le cose viste attraverso buchi e fessure, le mosse della telecamera, cioè il gioco raffinato e invisibile degli zoom e dei tagli. Lo si capisce: è una questione tecnica, che pu appassioanre solo gli specialisti, forse. Ma che rivela, a chi avesse la pazienza di approfondirla, un universo nuovo. Quello in cui Kubrick e Anderson sono sullo stesso pianeta.