Dai NoVax ai NoMigranti, il radicalismo è diventato il pensiero unico del nostro tempo

Dopo decenni a temere di morire democristiani, siamo diventati tutti brigatisti rossi, neri, gialli e verdi. E mentre tutti urlano, il vero anti-conformista diventa il Moderato.

Erano passate solo poche ore dall’approvazione della legge sull’obbligatorietà dei vaccini che già si coniava il termine “no vax” per indicare quella Grande Coalition di complottisti e studiosi fai-da-te convinti che il vaccino sia uno strumento malvagio e di oppressione usato dalle multinazionali per sfruttare il popolo.

Invece di liquidarli come si fa con una vecchia zia cleptomane durante un pranzo di Natale, l’opinione pubblica ne ha registrato umori e opinioni per tutta l’estate, fino a renderli un vero e proprio “popolo”. E visto che in anno di elezioni non si butta via niente, al riaprire delle scuole Matteo Salvini ha avuto un’idea delle sue: eccolo impegnato a contendere ai Cinque Stelle la palma di Campione dell’Oscurantismo, parlando della decisione di non vaccinare i propri figli come di una “scelta di libertà”.

A prima vista sembrerebbe l’ennesimo derby da Terra dei Cachi, vaccini si-vaccini no e vai col dibattito. Eppure se ci affacciamo dall’altra parte dell’oceano notiamo che anche in America l’Illuminismo non se la passa benissimo.

Laggiù il dibattito è schiacciato su due poli uguali e contrari: da un lato quelli dell’alt-right, la destra estrema e identitaria, che trova assolutamente normale sventolare svastiche e gingilli provenienti dalla collezione primavera-estate Berlino 1939; e dall’altro i cosiddetti “Anti Fa”, in larga maggioranza studenti delle Università Ivy-League con rette da almeno cinquantamila dollari l’anno, convinti che il modo migliore per combattere le ingiustizie sociali del 2017 sia decapitare le statue di Cristoforo Colombo. E anche lì, proprio come da noi, la politica contribuisce al disordine, rinunciando a contrastare le posizioni più radicali espresse da un qualsiasi leone da tastiera e anzi andandone al rimorchio.

Un suprematista bianco, in un tripudio di bandiere nazional-socialiste, ammazza una donna investendola tipo terrorista Isis? Trump parla di “violenze da parte di entrambi”. Migliaia di ricchi militanti democratici, nei campus, impediscono di parlare a chi non la pensa come loro con spranghe e bastoni, deturpando il patrimonio artistico-culturale del Paese? La città di Los Angeles cancella il Columbus Day e il sindaco di New York medita di cambiare nome alla piazza omonima.

A uno sguardo d’insieme, insomma, appare evidente come lo scontro da stadio sia definitivamente uscito dal dominio delle curve per estendersi ad ogni compartimento del discorso pubblico. Il vero Pensiero Unico del nostro tempo è diventato il Radicalismo, tanto nel generale – i grandi mezzi di comunicazione – quanto nel particolare – la bacheca Facebook del vostro barista.

Dato un qualsiasi tema, anche insignificante, l’importante è avere un’idea radicale da spacciare e difendere come fosse la Verità Assoluta: e più l’idea è folle o ridicola, tanto più c’è il rischio che attecchisca.

Filosofi e politici moderni, del resto, si esprimono alla maniera dei capi-ultras: usando Twitter come megafono, senza nemmeno guardare la partita, eccitano i followers a colpi di “noi” contro di “loro”, di “senza se e senza ma”, in un clima da resa dei conti perenne.

Il motivo, probabilmente, è da ricercarsi nel primato dei social network. Se il peso specifico e l’importanza di un individuo, a maggior ragione di un personaggio pubblico, è misurata e riconosciuta solo ed esclusivamente attraverso la quantizzazione numerica dei followers -senza preoccuparsi minimamente di chi siano o di che cosa scrivano – è naturale che il dibattito pubblico smetta di essere motivato dalla Ragione per diventare, esclusivamente, una questione di Sentimento.

A uno sguardo d’insieme, insomma, appare evidente come lo scontro da stadio sia definitivamente uscito dal dominio delle curve per estendersi ad ogni compartimento del discorso pubblico. Il vero Pensiero Unico del nostro tempo è diventato il Radicalismo, tanto nel generale – i grandi mezzi di comunicazione – quanto nel particolare – la bacheca Facebook del vostro barista.

I followers non si “convincono”, i followers “si conquistano”, proprio come gli innamorati: e gli innamorati, si sa, non accettano compromessi. Così, per compiacerli e conquistarne di nuovi, si è costretti ad alzare la posta di continuo, azzerando dubbi e distinguo, finendo per radicalizzarsi sempre, non solo quando si discute di Angela Merkel e di dollaro forte, ma anche quando si parla di polenta e bollito misto. Dalla raffigurazione della realtà descritta dai media di ogni ordine e grado spariscono i grigi, le sfumature, i chiaro-scuro, e tutto diventa in bianco e nero, come nei cine-giornali dell’Istituto Luce di epoca fascista – un’epoca di cui, non a caso, sulle due sponde dell’Oceano si parla di continuo.

Mentre l’ironia e la satira, per loro natura fondate sul dubbio, perdono diritto di cittadinanza (per una battuta o una vignetta oggi rischi di vederti assegnata la scorta) nel mondo dei nuovi Radicali, fondato su supposte verità, la menzogna e l’omissione conveniente diventano la norma. Come è apparso chiaro al meeting di Cernobbio, nessuno vuole davvero uscire dall’Euro: però bisogna dirlo, altrimenti si perderebbero followers.

Come Jessica Rabbit, siamo tutti vittime del modo in cui siamo stati disegnati e il radicalismo che ti sei scelto ti obbliga a porti sempre nello stesso modo, diametralmente opposto a quello dei tuoi nemici – a prescindere dalla realtà del momento, anche se essa a volte si dimostra infinitamente più complicata.

Se il tuo popolo pensa che il vaccino causi l’autismo, tu Matteo Salvini – e tutti i tuoi sostenitori – lo devi assecondare, anche se nel farlo arrossisci chiaramente dall’imbarazzo.

Se le dettagliate notizie circa i fatti di Rimini fanno venire i brividi all’anima, tu Laura Boldrini – e tutti i tuoi sostenitori – sei costretta a far finta di niente, anche se così facendo lasci il 99,9% dei migranti che mai si sognerebbero di compiere un simile atto esposti alla violenza di quelli che leggono “Libero”. Ogni tanto, anche solo per la legge dei grandi numeri, le due fazioni dovrebbero e vorrebbero dire la stessa cosa: se questo non accade è perchè entrambi hanno paura di perdere followers – e quindi potere – giocandosi pero’ porzioni sempre più grosse di credibilità.

Dopo decenni a temere di morire democristiani, siamo diventati tutti brigatisti rossi, neri, gialli e verdi. E mentre tutti urlano, in un totale ribaltamento di prospettiva, accade che il vero anti-conformista diventi il Moderato. Sedersi a riflettere a metà tra due radicalismi non è più visto come un legittimo esercizio di Ragione ma come un pericoloso e inaccettabile segno di debolezza.

Dall’alto, Giulio Andreotti ammira il nostro caos quotidiano, sogghignando divertito.

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