In Germania la politica si fa anche nei supermercati. Ad esempio ad Amburgo, dove a fine agosto un negozio della catena Edeka ha deciso di rimuovere dagli scaffali tutti i prodotti con ingredienti stranieri e sostituirli con cartelli contro il razzismo. “Visto come è noiosa la spesa senza diversità?”
Il primo effetto è stato stupire i clienti, il secondo di far comprendere quanto la Germania dipenda dai prodotti stranieri. Il terzo, cercare di instaurare un parallelismo tra diversità alimentare e diversità nella popolazione. In vista delle elezioni, a quanto pare, si fa anche questo. E proprio perché ci sono le elezioni, la mossa è stata accolta con umori contrastanti.
Come spiega l’Independent, alcuni clienti sono rimasti sorpresi ma contenti. Una giusta battaglia per la diversità. Altri meno. I vertici di Afd (Alternative fur Deutschland), partito anti-stranieri tedesco non hanno apprezzato. “Da quando anche i supermercati si occupano di politica?”. Del resto, c’è un problema: la diversità alimentare non equivale a quella sociale. Soprattutto in un sistema economico in cui la libertà di movimento delle merci supera di gran lunga quella delle persone. Un casco di banane, come è evidente, arriva negli Usa con meno problemi di un immigrato del Congo. Così una cassa di arance entra in Europa senza passaporto, il bracciante che l’ha raccolta no. E allora, anziché fare dimostrazioni simboliche, sarebbe il caso di riflettere su questo aspetto. Altrimenti sono solo slogan.