L’obiettivo è di quelli ambiziosi: tagliare i tempi per portare un’azienda in borsa da 18 a 3 mesi e togliere alle imprese il fardello dei costi di quotazione. Sono due degli scopi che si prefiggono i promotori di un nuovo strumento di accesso al mercato dei capitali, chiamato Elite Spac in Cloud. Lo hanno messo a punto la stessa Elite, un programma di di Borsa Italiana volto ad accelerare la crescita delle società medie e piccole, ed Electa Ventures, già promotrice di alcune “Spac”, società veicolo che accompagnano le imprese in Borsa.
Una delle premesse del nuovo strumento è che nei prossimi mesi ci sarà un mini-boom di quotazioni. Entro il 2018, secondo le previsioni di IR Top, ci saranno almeno 50 nuove Ipo sull’indice Ftse Aim, che rappresenta le aziende medio-piccole. Se per ogni quotazione il tempo richiesto è di un anno e mezzo di preparativi, il rischio è di perdere il “momentum”, la fase positiva che sta vivendo l’economia. Oggi lo slancio viene dalla lieve ripresa del Pil ma soprattutto dai Pir, i Piani individuali di risparmio, dei nuovi fondi di investimento con forti agevolazioni fiscali che devono indirizzarsi almeno per il 70% all’acquisto di azioni o obbligazioni italiane e – all’interno di questo 70% – per il 30% verso le piccole e medie imprese.
Lo strumento della Spac in Cloud si appoggia su una piattaforma di Elite, già attiva, chiamata Elite Club Deal. Su questa piattaforma le società che vogliono raccogliere capitali (attraverso azioni, obbligazioni, convertibili, Cbo), inseriscono alcune informazioni standardizzate in una data room digitale. Questa standardizzazione semplifica il processo di raccolta dei capitali ed è strutturato con un costo che, per la società, si concretizza solo se l’affare va in porto. Gli investitori sono solo professionali e si dividono in “cornerstore” – che si impegnano a sottoscrivere almeno il 25% dell’investimento e possono effettuare una propria due diligence – e “follow on”, che seguono sulla scia delle scelte dei sottoscrittori principali.
Lo schema è questo:
Il programma Elite Spac in Cloud fa un passo avanti, perché è finalizzato alle quotazioni e non alla semplice raccolta di capitali. Anche in questo caso c’è una standardizzazione delle informazioni che le imprese inseriscono sulla piattaforma. E anche in questo caso ci sono degli investitori cornerstore – che si impegnano a sottoscrivere il 20% dell’offerta totale – e investitori follow-on. Per il resto il meccanismo è simile a quello di una “Spac” normale. Nel caso delle Spac semplici si creano delle società per portare un’impresa in borsa o per permettere una grande acquisizione, dopo aver raccolto fondi da vari investitori. Il promotore, dopo la quotazione, rimane azionista della società accompagnata. Ha quindi interesse che il prezzo di collocamento sia alto e che le azioni non crollino. La nuova piattaforma si può intendere come una “Spac virtualizzata”.
Con una Spac tradizionale passano 18 mesi dalla creazione della società alla quotazione. Il nuovo sistema, grazie alla standardizzazione delle informazioni e al ruolo centrale degli investitori cornerstore, dovrebbe permettere un abbattimento dei tempi fino a tre mesi
Le Spac tradizionali dal 2012 a oggi sono state 18, delle quale 11 hanno già portato la società target in Borsa. Entro la fine di quest’anno, ha dichiarato Simone Strocchi, fondatore della merchant firm Electa e presidente di Aispac, Associazione spac italiane, il numero salirà a 20. Secondo Strocchi il nuovo meccanismo farà raddoppiare le nuove operazioni Spac-like avviate ogni anno. «È essenziale l’accerelazione delle operazioni, visto l‘interesse dei capitali verso l’economia reale, generato dai fondi Pir», ha spiegato. La durata media di una Spac tradizionale, aggiunge, è di 18 mesi dalla costituzione alla quotazione dell’azienda accompagnata. Tuttavia, con alcune operazioni accompagnate da un tipo speciale di Spac, la Pre-Booking Company (che non si quota ed effettua la raccolta presso gli investitori tramite l’emissione di obbligazioni), il tempo è già stato abbassato a sette mesi per Italian Wine Brands e a circa tre mesi per Pharmanutra.
Quali sono dunque i vantaggi per gli imprenditori? Principalmente tre, secondo Elite: la rapidità di esecuzione e quotazione; un elevato consenso grazie all’accordo preliminare con il cornerstone Investor; un contributo dei promotori per i costi di quotazione. L’ultimo punto significa che i costi di preparazione all’Ipo vengono presi dai promotori. In un esempio citato da Elite, sono stimati in un milione di euro. Qualora la quotazione vada a buon fine, questi soldi si traducono in titoli che saranno convertiti con un rapporto favorevole per l’investitore/promotore, assieme ad altri titoli di questo tipo. Se la quotazione non va a buon fine, diventano azioni ordinarie il cui destino è di essere comprate a prezzi scontati dalla stessa impresa che non si è quotata.
La nuova piattaforma, secondo Massimiliano Lagreca, responsabile di Elite Club Deal, «semplifica in modo innovativo il processo di quotazione, riducendo il divario tra domanda e offerta di capitali nell’ambito di una Ipo». Questo modello «proprio perché prevede la quotazione della società, offre agli investitori professionali che guardano prevalentemente a strumenti liquidi un’opportunità di investimento PIR compliant».
Il nuovo meccanismo dovrebbe far raddoppiare le nuove operazioni Spac-like avviate ogni anno