Perfino Silvio Berlusconi è rimasto affascinato da Amazon. Lo ha raccontato lui stesso: in una notte insonne (però non di quelle, un filo più movimentate, di una volta) ha cercato uno sgabello sul megaportale di Jeff Bezos. Stupito e confuso dall’offerta (“c’erano 98 modelli diversi”), ne ha comprati ben tre. Da parte sua un grande elogio (pubblicità?) al sito e, allo stesso tempo, l’ammissione – inconsapevole – di essere stato, perfino lui, vittima dell’information overload.
Il problema è che fare acquisti di troppo su Amazon è facilissimo. Chiunque ci può cascare, anche un pappagallo. Ed è successo davvero: come si racconta qui, una signora sudafricana di 39 anni (ma residente a Londra) si è trovata recapitato a casa un set di pacchi regalo. Il problema era che non lo aveva comprato lei, bensì il suo pappagallo, Buddy. Il volatile, ripetendo le parole della padrona, aveva attivato il comando vocale su Amazon attraverso Alexa. Poi le macchine di Bezos hanno interpretato (a loro favore) i versi di Buddy, ordinandogli un centinaio di sterline in set di pacchi regalo.
L’episodio si è poi concluso in modo positivo. Il pacco è rimborsabile e l’uccello è innocente. Qui sotto c’è anche un video di Buddy che ripete le parole della proprietaria.
Tutto molto interessante. Ma sarà anche vero? Sembra molto una trovata messa in giro da Amazon per far conoscere le varie funzionalità del sito (ordinazioni con comando vocale + possibilità di rimborso)? Il fatto che sia apparsa sul Sun, giornale autorevole a giorni alterni, non aiuta. Non aiutano nemmeno le immagini iper-professionali con cui è accompagnata la storia.
Insomma: suona finta, fintissima. Proprio come, a pensarci bene, gli sgabelli notturni di Berlusconi.