L’Africa è il futuro e allora la Bbc apre la versione in pidgin

L’inglese ha i giorni contati? Se a prevalere sarà il pidgin anglo-africano, allora sì. È una lingua orale, simpatica, fluida, semplicissima e molto chiara. Soprattutto, è parlata da circa 80 milioni di persone, per cui vale la pena dare un’occhiata

Non è un caso di “broken English”, come alcuni pensano. È proprio una lingua a sé, formata dall’unione di inglese e altre lingue africane. L’African Pidgin Language, nato tra il 17esimo e il 18esimo secolo nel periodo, non proprio onorevole, della tratta degli schiavi, si è radicato nel parlato e nella vita quotidiana di diversi Paesi africani.

Un impasto di inglese (semplificato) e suoni/parole locali, parlato nelle strade e di comprensione immediata: lo amano in Nigeria, dove è messo sullo stesso livello dell’inglese, lo parlano, ma senza dargli particolare importanza, in Ghana e nell’Africa Occidentale. E per questo quando la Bbc, dopo anni di tentativi e una lunga ricerca sul campo, ha aperto il suo canale in pidgin, molti africani sono rimasti stupiti e scettici. Non era meglio mantenere l’inglese?

È anche vero che, a favore del pidgin alla Bbc, militano alcuni numeri: circa cinque milioni di persone lo usano come prima lingua. Almeno 75 milioni, invece, lo usano come seconda lingua, o comunque lo sanno capire. È una lingua franca, di fatto, liquida ed espressiva. E se si vuole davvero raggiungere una grande audience è la cosa migliore da utilizzare.

Per chi allora volesse capire un po’ del pidgin anglo-africano, può cominciare da un paio di frasette illustrate proprio dalla Bbc.

  • I wan chop – I want to eat

  • I no know – I do not know

  • I no fit shout – I can’t be bothered

  • Wetin dey ‘appen? – What is happening?

  • How body? – How are you?

  • Where you dey? – Where are you?

Come si vede, è difficile solo per chi non ha fantasia. Il verbo essere è “dey”, che vale al plurale e al singolare. Una frase semplice, “come stai”, deriva da un “how about you”, diventato “How body”,e la negazione don’t, troppo complicata, è diventata un semplice “no”. Per il resto, è un capolavoro di allegria e approssimazione. Leggere per credere.

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