Ma dove sono andate a finire le donne sperdute, goffe, perdenti, tradite e traditore, incasinate, impasticcate, grasse, impanicate, esodate, pessime cuoche, brutte, squattrinate, multisessuali, frigide, poligame, lesbiche, atee, single, autoironiche, fataliste, spiritose, intelligenti, nere o migranti? In poche parole: le donne vere, quelle in carne e ossa che si incontrano in strada, al bar, dal dentista, in coda all’INPS?
Perché non le troviamo più tra le pagine dei magazine femminili e men che meno in Tv, soprattutto se diamo un’occhiata al deprimente palinsesto televisivo, quello che paghiamo immotivatamente insieme alla luce?
La donna della TIVVU’ generalista, un po’ invecchiata rispetto a 15 anni fa, cerca di compiacere mariti prostatici e vivaci nipotini ricorrendo a pannoloni anti prolasso e antidiarroici ad hoc che la fanno sembrare ancora attiva. È immotivatamente lieta di far scendere e salire dalle scale di casa l’anziano coniuge sulla sedia motorizzata, non si incazza se il marito (mai l’amante), invece di far sesso, se ne va di notte a controllare se i bastoncini di pesce sono in ordine sugli scaffali del supermarket. Adora detersivi, come negli anni ’60, i lavori domestici e i bambini sporchi che le permettono di realizzare le rinnovate ossessioni igienizzanti. Non scopa, non tradisce, mangia sano ed evacua bene, non ha vizi.
Se il colesterolo si alza, poco male, rimedia con farmaci, aumentandone il fatturato. Ma c’è una novità da un paio di anni: la buona donna ha scoperto psicologia, zen e biologico che la rendono ancora più arrendevole. É sempre spalla di un maschio realizzato. Tipo Banderas che continua a infornare fa biscotti in grembiule e cashmere con rara e ininfluente consulenza femminile.
La donna dei magazine femminili (colti) é solo milanese, sicura di sé, magra quando non anoressica, scic, sana, sobriovestita, tacchi e culi bassi , ha una famiglia numerosa e bionda che la sorregge, non ha idee politiche. Ottimista, crede nel futuro post Expo, nel design e nella new technology. Sopporta il marito manager anche se lui la cornifica, non si vendica, non è sfigata in amore, non è lesbica né atea. Non ha tempo da perdere perché in carriera.
La donna dei magazine femminili (colti) é solo milanese, sicura di sé, magra quando non anoressica, chic, sana, sobriovestita, tacchi e culi bassi, ha una famiglia numerosa e bionda che la sorregge, non ha idee politiche. Ottimista, crede nel futuro post Expo, nel design e nella new technology. Sopporta il marito manager anche se lui la cornifica, non si vendica, non è sfigata in amore, non è lesbica né atea. Non ha tempo da perdere perché in carriera.
Le esodate disoccupate, non hanno spazio se non nelle rubriche di posta del cuore. Un noto giornalista risponde così a due trentacinquenni disoccupate ed esasperate: “Come resistere? Il tono delle vostre lettere suggerisce che G. si difende con lo scudo dell’ironia e A. con gli occhiali rosa del pensiero positivo.” E poi, per consolarle, cita Kipling: “Se riuscirai a serrare cuore tendini e nervi quando sono sfiniti e a tener duro quando in te altro non resta che la forza di dire: Tieni duro!”
Non è difficile immaginare la risposta urlata nel vuoto domestico dalle due signore incazzate, con il magazine da 3 euro in mano.Tieni duro un caz..
Meno male che alle donne Vere ci pensa il vituperato web (vituperato dai Giornaloni e dalla Tivvù). Anzi ci pensano da sole, perché finalmente non hanno padroni ma sono libere di scrivere quello che gli pare in blogs e pages. Irresistibile il gruppo facebook CUCINARE MALE (52.421 follower) dove finalmente vediamo foto di flan afflosciati e parmigiane bruciate da maschi e femmine che odiano gli chef e ridono della propria inesperienza culinaria.
Si legge in un post: “sono quella che non riesce a fare il purea dalla busta e quella che “a me piace solo la minestrina col dado”.
In AMORI SFIGATI (page FB), Rap racconta nelle sue vignette la cruda verità sull’amore a una comunità di 183000 followers. “Vuoi scopare”? Chiede lei. “No, ma grazie del pensiero, risponde Lui.