Oltre 726 milioni del Piano nazionale per la riduzione del rischio idrogeologico “Italia sicura” sono destinati solo alla “mitigazione delle alluvioni” in Toscana: 265 interventi concentrati nella regione, che in soli tre anni (dal 2013 al 2016) ha visto l’apertura di sette stati d’emergenza dovuti ai danni delle forti piogge. E per la messa in sicurezza dei canali della sola città di Livorno sono stati destinati poco più di 9 milioni di euro. Ma nell’elenco stilato da Roma del rio Maggiore e del rio Ardenza, i due corsi d’acqua che nei giorni scorsi hanno provocato sette vittime (uno ancora il disperso) nella città toscana, non c’è traccia.
C’è il torrente Ugione, più a Nord, che in passato si è gonfiato più volte, per il quale sono previsti due interventi. C’è il canale Scomaltore. Ma i due canali a Sud, nonostante fossero sorvegliati da anni, non sono presi in considerazione. Il rio Ardenza è il corso principale di Livorno. Lungo 11 chilometri, passa sotto tre basse arcate in località Tre Ponti, e poi arriva al mare. Il rio Maggiore invece è uno di quelli “tombati”, come si dice in gergo tecnico, coperto da cemento, palazzi e villette.
La violenza della pioggia ha impedito ai corsi d’acqua di finire in mare, e i due fiumi sono “esplosi”. Negli ultimi anni i due canali sono esondati più volte, di solito nei campi. Nella zona di Ardenza gli allagamenti non sono un fatto raro, lo sanno tutti. C’erano stati lavori in passato, gli ultimi una decina di anni fa. Ma negli si è continuato con lavori di ordinaria amministrazione, per lo più tagliando la vegetazione intorno e pulendo gli argini. Lavori che si sono rivelati inutili. Eppure nella carta del rischio idrogeologico del comune di Livorno, il quartiere Ardenza è segnalato in blu scuro con un livello di rischio “elevato”.
Ma nel piano nazionale i due torrenti non sono neanche citati. Il rapporto “Italia sicura” del maggio 2017 elenca in dettaglio, regione per regione, gli interventi necessari e le corrispettive coperture finanziarie: 9.400 progetti con una richiesta di fondi statali di circa 26 miliardi di euro, di cui circa 8 miliardi già stanziati ma utilizzati al momento per meno dell’1,5 per cento. E in Toscana, dei 265 interventi ritenuti necessari per prevenire le alluvioni, ad oggi solo 47 sono stati conclusi. E dei fiumi che hanno «sfondato le porte blindate» non si è ricordato nessuno.