Contro Donald Trump le hanno provate tutte. Sono scesi in piazza, hanno marciato, hanno protestato. I politici hanno votato contro le sue leggi, i giudici hanno cercato di sospendere i suoi decreti, i giornali hanno provato a scoprire (se mai ci sono) i suoi legami con la Russia. Gli attori lo hanno insultato, minacciato, boicottato. Alcuni hanno perfino provato a fare della magia nera. Insomma, niente. Forse l’unica cosa da fare, oltre che aspettare qualche anno, è reagire in modo costruttivo.
Anziché lanciare proclami e geremiadi sui social network, è meglio l’azione. E se è pacifica, garantisce anche buona stampa. Per cui, contro Trump, alcuni hanno pensato bene di piantare un albero.
L’iniziativa si inserisce nel quadro della battaglia sul cambiamento climatico. Trump, appena salito al potere, ha fatto a pezzi la commissione sul climate change, ha cambiato alcune leggi sull’influsso del clima (ad esempio quella che regolamenta le infrastrutture contro gli allagamenti), ha ritirato gli Usa dagli accordi sul clima internazionali. Più volte ha ribadito di non credere nell’impatto antropico sul riscaldamento globale (contro ogni verità ormai scientifica), spesso bollandolo come “invenzione dei cinesi”.
E allora che si fa? Lo si lascia agire, nella speranza di non finire fritti per il troppo caldo, o affogati per lo scioglimento dei ghiacchi, o assiderati per il freddo improvviso invernali, o assetati per il prosciugamento delle risorse idriche, o soffocati dall’utilizzo del carbone e di altre forme di energia non proprio pulita? No: la cosa migliore è rispondere, colpo su colpo, alle sue iniziative. Piantando alberi, ad esempio. Lo hanno pensato quelli di Trump Forest: un’idea globale per un’iniziativa individuale, locale e, alla lunga forse davvero efficace.
Visto che i lobbisti delle energie pulite non sembrano fare un buon lavoro a Washington, la decisione tocca alle persone comuni. Una foresta nuova, diffusa, collettiva e che tutti, su tutto il pianeta, possono ingrandire. Poi, possono rendere noto il piccolo contributo per il clima segnalando su una mappa l’ubicazione dell’albero piantato. È dedicata a Trump e alle speculazioni delle lobby che lo sostengono, intente a salvare i propri interessi a danno degli altri.