1) Fiat Chrysler ha passato le ultime settimane a macinare massimi storici. Il valore della “galassia Fiat”, comprendente anche Ferrari e CNH Industrial, ha così raggiunto un livello dieci volte superiore a quello che il gruppo Fiat aveva nel 2004, al momento dell’insediamento del Ceo Sergio Marchionne. A influire positivamente c’è stata anche la presentazione, negli Stati Uniti, del piano di riforma fiscale dell’amministrazione Trump. Punto centrale sarebbe il taglio al 20% dell’imposta per le aziende, dall’attuale 35%. Si tratta del primo concreto progetto di riforma fiscale negli USA da oltre 30 anni. Fiat Chrysler genera oltre il 70% del trading profit negli Usa.
2) I nuovi risultati di Mediaset hanno lasciato perplessi gli investitori. Il Biscione ha comunicato la scorsa settimana i dati del secondo trimestre delle attività italiane: i ricavi sono saliti del 2,7% a 668 milioni di euro, leggermente meglio delle attese. L’utile operativo si è attestato a 30,6 milioni di euro, dalla perdita di 26 milioni di euro di un anno fa. Le indicazioni sull’andamento della pubblicità , che negli anni passati si muoveva in sintonia con la crescita economica, spesso amplificandola, sono la nota negativa di queste comunicazioni. Ben tre importanti broker hanno ridotto le loro stime e i target price sul titolo nonostante i risultati non del tutto negativi e a Piazza Affari Mediaset si è mossa non lontana dalla parità nelle ultime sedute di Borsa.
3) Francia e Italia hanno finalmente annunciato un accordo sui cantieri navali Stx di Saint-Nazaire. Il gruppo italiano Fincantieri prenderà il controllo della struttura, ma la proprietà sarà condivisa al 50% con investitori francesi, tra cui il governo di Parigi al 34,34%. L’accordo prevede che lo stato francese presti l’1% del capitale a Fincantieri, permettendo così al gruppo italiano di avere il 51% dei diritti di voto. La Francia potrà riprendersi questo 1% se riterrà che dopo 2, 5, 8 e 12 anni Fincantieri non avrà rispettato i suoi impegni, che riguardano le regole di governance, la salvaguardia dei posti di lavoro e della rete dei fornitori, le competenze, la proprietà intellettuale e il livello di investimenti. Se la Francia dovesse acquisire nuovamente l’1% dato in prestito, Fincantieri potrà esigere che il governo di Parigi ricompri anche il 50% in mano alla compagnia italiana.
4) Primi riscontri per Amazon dalla neo-acquisita Whole Foods. Un mese dopo l’accordo il colosso dell’e-commerce ha venduto prodotti della catena di supermercati per circa 1,6 milioni di dollari. Stando ai dati di One Click Retail, società di analisi dei dati sull’e-commerce, Amazon ha completato vendite online per 500 mila dollari nella prima settimana dopo avere cominciato a offrire sul proprio sito una serie di prodotti selezionati di Whole Foods nell’ambito dell’offerta “365 Everyday Value”, quindi sono calate a circa 300.000 dollari nelle successive due settimane e hanno riguadagnato slancio nella quarta. Anche se per il momento le cifre sono basse rispetto al totale delle vendite online di Amazon, pari a circa 8 miliardi di dollari in media al mese, i brand Whole Foods sembrano avere riscosso un buon successo tra i consumatori e potranno, secondo le stime, aumentare in futuro.
5) Settimana intensa per Banca IFIS. L’istituto specializzato nel factoring e nella gestione dei crediti deteriorati ha portato a termine diversi operazioni. Prima ha annunciato di aver acquistato tre portafogli di NPL con un valore lordo complessivo di 1,692 miliardi di euro, in seguito ha portato a termine un’operazione di senior financing relativa al finanziamento di un portafoglio di crediti ipotecari originati da un gruppo bancario italiano e acquisiti tramite una società di cartolarizzazione (qui tutti i dettagli). Il titolo ha segnato diverse volte nuovi massimi storici e punta ormai ai 50 euro (per i dettagli della nostra analisi tecnica clicca qui).
6) I risultati semestrali hanno rilanciato il titolo Mondo TV. I dati dell’azienda produttrice di contenuti media per ragazzi hanno visto salire ricavi e marginalità. Ritoccate al rialzo le stime per fine anno. Il valore della produzione è pari a circa 15,9 milioni nel semestre, con una crescita del 31% rispetto ai 12,1 milioni del primo semestre 2016. Utile netto pari a circa 5,7 milioni, in crescita del 66% rispetto ai 3,4 milioni del primo semestre 2016. Nonostante i solidi fondamentali, il titolo è un ‘ritardatario’ a Piazza Affari avendo guadagnato poco da inizio anno, a differenza della media degli indici (qui tutti i dettagli nella nostra analisi tecnica).
7) Risultati in forte crescita anche per Retelit. La società di telecomunicazioni ha annunciato ricavi consolidati per 30,1 milioni di euro, in crescita del 22% rispetto a 24,6 milioni del primo semestre 2016. Positivi anche i margini: l’Ebitda è stato di 10,9 milioni di euro, in crescita del 53% dai 7,1 milioni di un anno fa. Il margine sui ricavi è del 36,2%, dal 28,9% di un anno fa. Risultato netto in utile per 4 milioni di euro, triplicato dagli 1,3 milioni di un anno fa (per i dettagli clicca qui).
8) In anticipo sulle previsioni, TXT e-Solutions ha annunciato di perfezionato oggi la cessione della Divisione TXT Retail ad Aptos Inc., società Usa controllata da Apax Partners, uno dei principali fondi globali di private equity con sedi a Londra e New York. Al closing TXT ha ricevuto un corrispettivo pari ad 85 milioni di euro. La società ha in previsione di distribuire nel 2018 un dividendo straordinario a seguito dell’operazione (qui tutti i dettagli).
9) Boom nel 2017 per Elettra Investimenti. La holding industriale attiva nella produzione di energia elettrica e termica e nell’efficenza energetica, ha chiuso il primo semestre con un valore della produzione in deciso aumento rispetto allo stesso periodo di un anno fa: +65% a 26,5 milioni di euro. Questo risultato è stato “realizzato anche grazie alle attività connesse all’area di business relativa all’efficienza energetica, avviata con l’acquisizione di Tholos avvenuta a fine 2016 e della start up PHPower nel maggio 2017”, spiega la nota della società. Risultato netto in utile a 2,4 milioni di euro (per tutti i dettagli clicca qui).
10) Profondo rosso per Trevi. Il titolo della holding industriale è arrivato a perdere quasi il 20% dopo che la società ha comunicato venerdì sera che il secondo trimestre si è chiuso con una perdita a livello di Ebitda di 31 milioni, da +27 milioni di un anno fa. Risultato netto del semestre in negativo per 102 milioni di euro. Trevi ha inoltre avvertito che chiederà alle banche di poter ristrutturare il debito (qui tutti i dettagli nella nostra analisi tecnica).