Numeri e lettere senza senso. Questa è la risposta che, finora, si erano date le poche persone che si erano chieste cosa fossero, in realtà, quei codicini verdi che scorrevano all’impazzata sugli schermi di Matrix. Ebbene, si sbagliavano.
Secondo alcune rivelazioni, avvenute circa vent’anni dopo l’uscita del primo episodio della trilogia delle sorelle Wachowski (ma all’epoca erano ancora i fratelli Wachowski), il codice era composto da caratteri giapponesi provenienti da un libro di cucina, di proprietà della moglie di uno dei grafici del film, Simon Whiteley.
“È una cosa che adoro raccontare”, spiega l’uomo alla Cnet. “Il codice di Matrix altro non è che una ricetta di sushi”, e ridacchia. I caratteri erano stati scannerizzati e scomposti, per evitare che il pubblico giapponese, vedendo il film, mangiasse la foglia (o meglio, l’alga).