Una nazione priva di territorio, bandiera e inno non è una nazione. O almeno, non è una nazione credibile. I separatisti catalani (e da poco quasi tutti i catalani) lo sanno bene e da tempo si sono muniti di tutti questi strumenti: il territorio più o meno c’è, la bandiera anche e, per chi non lo sapesse, c’è anche l’inno.
Si intitola Els Segadors (I mietitori). È una combinazione tra una melodia antica, che risale al 1640 e poi rivista da Francesc Alió nel 1892 e un testo più recente, scritto da Emili Guanyavents nel 1899, che vinse la gara indetta quell’anno dal partito politico Uniò Catalanista. Aveva rapito i cuori dei giurati anche grazie ai riferimenti al Corpus de Sang, cioè una rivolta di contadini (ma non solo) contro l’esercito spagnolo avvenuta nel 1640. Si tratta di un piccolo episodio della Guerra dei Trent’anni, e in particolare del conflitto tra Spagna e Francia, ma per la retorica nazionalista catalana è quasi un momento fondativo.
I contadini catalani, stanchi degli abusi dei soldati spagnoli di stanza nei loro casolari, si rivoltarono il 7 giugno: fu un atto sovversivo con grandi conseguenze. La Generalitat catalana, radunati tutti i rappresentanti del territorio, decide di creare un Consiglio per la Difesa, di trattare con la Francia e diventare Repubblica. Inutile dire che la repressione da parte del governo centrale fu durissima.
Ecco, dopo qualche anno le dinamiche (diverse, meno cruente, meno durature) sembrano ripetersi. E anche per questo i versi dell’inno, scritti pensando a quanto era avvenuto nel 1640, sembrano attuali (colpi di falce a parte).
Catalunya triomfant,
tornarà a ser rica i plena.
Endarrera aquesta gent
tan ufana i tan superba.
Bon cop de falç!
Bon cop de falç, defensors de la terra!
Bon cop de falç!
Ara és hora, segadors.
Ara és hora d’estar alerta.
Per quan vingui un altre juny,
esmolem ben bé les eines.
Que tremoli l’enemic,
en veient la nostra ensenya.
Com fem caure espigues d’or,
quan convé seguem cadenes.
(Traduzione)
Catalogna trionfante
tornerà a essere ricca e generosa,
Caccia via questa gente,
tanto arrogante e superba
Buon colpo di falce
Buon colpo di falce, difensori della terra,
Buon colpo di falce.
Adesso è il momento, mietitori,
adesso è il momento di stare in guardia,
per quando verrà un altro cinque giugno,
manteniamo affilati gli arnesi.
Che tremi il nemico
vedendo la nostra insegna:
come facciamo cadere le spighe dorate,
quando è opportuno seghiamo le catene!