Delirio fruttariano, prepariamoci a un futuro senza cucina (e anche senza sesso)

A Milano si è tenuto il 1° Festival Fruttariano Sostenibile Italiano con lo scopo di rendere nota a tutti l'alimentazione che cambierà le sorti del pianeta: il fruttarismo

Tagliatelle di zucchina. Gnocchetti di platano. E pizza di platano. Sono solo alcuni dei piatti della cucina del futuro. Forse c’è una rivoluzione alimentare in atto, e forse non ne siete ancora del tutto coscienti. A Milano, qualche giorno fa, presso il Centro Shaolin di Via Teglio, un ristretto gruppo di esperti e pensatori fuori dagli schemi – fra cui il Dottor Vasco Merciadri, ospitato a Matrix, e Gabriele Cerchino, attivista più volte intervistato da Enrico Lucci – si è riunito per discutere di ambiente, sostenibilità ed ecologia. Ma soprattutto per mostrare al mondo uno stile di vita che, se adottato da tutti, potrebbe riscrivere le sorti del pianeta (o almeno così dicono loro): il fruttarismo, l’alimentazione che prevede il consumo di sola frutta. Solo frutta. Niente carne e pesce (ovviamente), niente uova, niente latte e derivati. E nemmeno cereali, legumi, semi. Nemmeno la verdura. E a dire il vero nemmeno tutta la frutta. Ma lo vedremo dopo.

Il 1° Festival Fruttariano Sostenibile Italiano ha avuto come cavallo di battaglia una serie di dimostrazioni – accompagnate dai discorsi esplicativi di Andrea Abazari, professione odontoiatra – in cui il pubblico ha potuto apprendere l’arte della carpotecnia, ovvero la lavorazione del frutto con lo scopo di ricavarne piatti che sì, hanno il nome di pietanze tradizionali – come appunto la pizza e le tagliatelle – ma che rappresentano per i fruttariani un’imitazione salutare ed etica. Perché non basta più evitare carne, latte e uova per essere in armonia con la natura, non basta nemmeno più mangiare bio o fornirsi a KM0: i vegani sono di fatto sullo stesso livello degli onnivori poiché si nutrono di verdure, quindi di foglie, quindi dei polmoni delle piante, creature vive e senzienti tanto quanto noi e gli animali. Se mangiate una foglia di lattuga state mangiando, di fatto, un organo di un essere vivente che ha provato dolore. E quindi siete dei mostri.

E poi c’è la questione della cottura. La cucina fruttariana del futuro non prevede cottura, se non in casi rarissimi. Perché se un cibo deve essere cotto, vuol dire che non è fatto per essere digerito dallo stomaco. Non viene detto da dove arrivi questa informazione, si fa sempre riferimento a un passato remotissimo in cui i nostri antenati non avevano la possibilità di cuocere, e quindi se non lo facevano loro non lo dobbiamo fare nemmeno noi. Ed ecco perché una squisita e fresca insalata di farro è, di fatto, una minaccia, uno stupro gastro-intestinale, un piatto che viola il corpo dell’uomo, lo inquina, lo intasa e lo riempie di tossine che non è in grado di espellere. Per non parlare del grano, la cui farina è collosa e in grado di rimanere appiccicata alle pareti dell’intestino, distruggendolo con il passare degli anni. Tutto vero.

Se mangiate una foglia di lattuga state mangiando, di fatto, un organo di un essere vivente che ha provato dolore. E quindi siete dei mostri.

E qui, parlando di farinacei e dei loro effetti, entra in campo la faccenda del muco. Se non avete mai sentito parlare di Arnold Ehret e dei suoi studi sul muco, aggiornatevi. È morto più di cento anni fa, ma aggiornatevi. Fu proprio lui a scoprire la dieta fruttariana, panacea di tutti i mali, elisir di lunga vita. Fu lui il pioniere che scoprì il vero nemico dell’uomo moderno, il muco appunto, in grado di depauperare l’organismo e provocato da alimenti non idonei quali riso e pane. Fu lui a scoprire che il muco poteva essere sconfitto solo con frutta e lunghi digiuni e che il corpo, se posto nelle sue condizioni naturali, è in grado di auto-rigenerarsi e guarire da solo da malattie gravissime. Ed è lui, attualmente, il messia dei fruttariani. Poco importa che l’ehretismo non sia mai stato riconosciuto dalla scienza ufficiale, poco importa che gli studi del buon Arnold non siano mai stati sperimentati e, anzi, considerati una dannosa pseudoscienza, dal momento che contraddice le nozioni basilari della moderna biologia. D’altronde si sa, la comunità scientifica mondiale è inaffidabile.

E poi c’è la cosa degli agrumi. Sono dannosi anche quelli. Fanno proprio male. E c’è una prova molto scientifica per dimostrarlo, spiega sempre Abazari: provate a far mangiare una mela a un bambino. Vedete com’è contento e come ne apprezza il sapore? Ma provate adesso a rifilargli una fetta di limone e vedete un po’ come si comporta. La sua espressione vi dirà tutto. La prova definitiva e inconfutabile della pericolosità degli agrumi.

Se un cibo deve essere cotto, vuol dire che non è fatto per essere digerito dallo stomaco. Non viene detto da dove arrivi questa informazione, si fa sempre riferimento a un passato remotissimo in cui i nostri antenati non avevano la possibilità di cuocere, e quindi se non lo facevano loro non lo dobbiamo fare nemmeno noi.

E poi c’è la questione del sesso. Dovete sapere che i fruttariani hanno una Bibbia, un documento in pdf chiamato “Specie umana: progetto 3M”. Ufficialissimo. Privo di fonti esterne e scritto con un linguaggio da prima superiore, ma ufficialissimo. E, esattamente come la Bibbia, a pagina 250 vi dice come e quanto dovreste fare sesso: il meno possibile e solo per riprodurvi. Avete presente quei pruritini che sentite quando in discoteca adocchiate uno/una che vi piace? O quella passione che provate nei confronti del/la vostro/a compagno/a? Ecco, sono tutte sensazioni innaturali, provocate dalla vostra alimentazione sbagliata. Si sa, d’altronde, che gli animali si accoppiano solo a scopo riproduttivo, quindi chi siamo noi per svicolarci dal volere della natura?

E poi c’è la rivelazione definitiva. Noi non siamo onnivori, bensì frugivori. Come gli scimpanzé, con cui condividiamo il 98% del nostro DNA. Gli scimpanzé sono ufficialmente onnivori, ma nella prospettiva fruttariana sono frugivori che, in caso di necessità, si sforzano e mangiano insetti, uccelli o cuccioli di altre scimmie. Ma solo se sono costretti dalle circostanze. Però a sostenere la tesi dell’uomo frugivoro non sono stati in molti nel panorama della scienza moderna. Ci fu Alan Walker negli anni ‘70, che tuttavia smentì sé stesso pochi anni dopo. In tempi più recenti c’è stato tale Armando D’Elia, deceduto nel 2016, che si autoproclamava “il più grande e preparato sostenitore del Fruttarismo”. Ma nemmeno lui aveva le idee molto chiare. A parte loro, nessun altro. Ma a quanto pare sono bastati per creare il movimento fruttariano, che sta attirando a sé sempre più adepti.

C’erano i curiosi, c’erano gli scettici e c’era anche qualcuno che era venuto per farsi due risate. Ma c’era anche chi, spinto da disturbi fisici di varia natura, ha deciso di cercare aiuto là piuttosto che rivolgersi a un dottore o a un nutrizionista. Si parlava della dieta fruttariana come una dieta completa, senza alcun rischio di carenze nutrizionali. Ma allo stesso tempo nella sala dedicata agli espositori non mancavano integratori alimentari in vendita, con prezzi che si aggiravano attorno ai 60 euro a confezione.

E l’ombra dell’anti-vaccinismo era ovunque.

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