Un pop serioso: si può essere nichilisti e, al tempo stesso, ottimisti? Si può non avere fiducia in nulla e, in contemporanea, andare alla festa del Foglio per Matteo Renzi? Secondo alcuni filosofi, sì. Perché se l’esistenza non ha senso, è meglio; se l’universo sfuggirà alla nostra comprensione, è un’ottima cosa; e se il nostro tempo è breve – troppo breve – si tratta di una notizia straordinaria.
È una filosofia spicciola, insomma, che però racchiude il mistero dei misteri: di fronte alla mancanza di qualsiasi punto di riferimento, si può scegliere come orientare la propria vita? Secondo quanto pensava (o diceva di pensare) il filosofo francese Jean Paul Sartre, cui questo video di Kurzgesagt è molto debitore, la libertà può dare le vertigini, ma permette di costruirsi e decidere ogni giorno ciò che si fa.
È proprio così? La progressiva perdita di centralità dell’essere umano nella visione del mondo dello stesso essere umano, avvenuta in seguito alle debordanti scoperte scientifiche degli ultimi secoli, può essere deprimente. Sapere che, intorno a noi, tutto è composto di particelle atomiche e subatomiche, organizzato secondo leggi che, in ultima analisi, ci sfuggono, regolato per scopi che – a quanto può apparire – non esistono, può gettare nello sconforto. Tutto ciò che facciamo, prima o poi, svanirà. Per chi ci tiene, è un peccato. Per altri, può essere un sollievo. Bonucci è uno di questi.
Ma se il mondo fugge, le nostre azioni risultano incomprensibili perfino a noi stessi. Le basi morali – e questo è il lato nichilistico – se esistono, non dovranno essere ereditarie. Di fronte all’infinita vanità del tutto, perdono ogni ragione d’essere l’ingiustizia, l’asservimento e l’abuso di potere – e questo è il lato ottimista. Si diventa davvero liberi? Non esageriamo. Forse un po’ di più rispetto a prima. Ciò che è certo è che questa consapevolezza, anche se provoca turbamento, può sempre ridimensionare le difficoltà della vita. Dai drammi più profondi fino alla doppia spunta senza risposta.