Facciamo un esperimento. Prendiamo passanti per caso, più alcuni musicisti dilettanti, o ancora musicisti professionisti – ma dando loro un altro strumento da suonare, e componiamo un’orchestra. Che risultato mai verrà fuori? Con ogni probabilità, qualcosa di molto simile a ciò che fu, negli anni ’70, la Portsmouth Sinfonia. Un’orchestra sperimentale (ma forse è meglio dire un gruppo di non-musicisti) che invitava chi voleva a partecipare alle loro esecuzioni. Quasi sempre disastrose, sempre orribili. Fu inventata, tra gli altri, da Gavin Bryars, compositore e insegnante di musica all’England Portsmouth School of Art.
Nasce come “scherzo”, una provocazione compresa in un progetto un po’ più ampio. L’orchestra viene costituita nel maggio del 1970 da 13 studenti per partecipare a un concorso radiofonico, “Opportunity Rocks”, che prevedeva gare e premiazioni. Come è ovvio, non vinsero nulla. Ma la loro irriverenza piacque e, spinti dal pubblico, i non-orchestrali decisero di continuare.
Suonarono altre volte, cambiarono componenti, ne accolsero di nuovi, diventarono sempre più grandi. L’unica regola era che tutti, a qualsiasi livello, potevano aggiungersi e suonare. Dall’amatore al professionista (questi ultimi, però, non potevano inserirsi e suonare male di proposito: ognuno doveva dare il meglio di sé). Tutti, poi, dovevano trovarsi per fare le prove. I risultati? Basta questo filmato per farsi un’idea.
Tra i componenti più famosi c’era anche Brian Eno, che suonava il clarinetto (strumento che non conosceva), che ricorda quei tempi con molto buonumore. “C’erano virtuosi in buona fede e gente del tutto incapace”. Nessuno escluso. Il fatto che ci fosse anche Eno, tra di loro, portò ancora più visibilità all’esperimento. Addirittura, nel 1973 riuscirono a incidere un album e nel 1974 si aprirono le porte del London Royal’s Albert Hall.
Suonavano male, anzi malissimo. Ma non così male da rendere irriconoscibile il brano. Questo rendeva tutto comico e surreale (che poi era lo scopo del progetto). E l’idea di apertura totale rendeva l’idea simpatica. Alla Sinfonia tutti potevano fare tutto. Chiunque, senza esperienza né capacità, poteva partecipare a un concerto, proprio come fanno sempre gli orchestrali veri. Il problema, però, è che la musica, alla fine, era davvero orrenda. Inascoltabile, Sbagliata. E se questo non è una metafora azzeccata per qualcos’altro, davvero chi scrive non saprebbe dove trovarne di migliori.