Chi non amasse l’accento americano (troppo rude) e si fosse stancato del (presuntuoso) accento britannico, può percorrere una simpatica terza via: il Canadese. Qui, tra alberi d’acerto, orsi e lunghe nevicate può coltivare un accento che non è né l’uno né l’altro, ma che al tempo stesso mantiene caratteri di entrambi. È diverso, insomma, ma sempre familiare. E non dà fastidio.
Rispetto agli americani, per esempio, i canadesi sono un po’ più conservativi. Il vicino di casa è, come per i britannici, un neighbour, mentre negli Usa è solo un neighbor. Lo stesso vale per colour, flavour, e così via. Il check, appena superato il confine, diventa cheque. Non solo: sono anche un po’ più precisini: dividono i verbi greci in –ize, mentre i verbi latini finiscono in –ise. Gli americani non ci fanno tanto caso e standardizzano tutto su –ize. Che importa a loro?
Al tempo stesso, in Canada il teatro rimane, come per gli inglesi, theatre e non diventa, come negli Usa, un volgare theater. Lo stesso vale per il centro, che resta centre. A meno che non sia un verbo, o che non sia usato per dire “in mezzo”. Allora cambia, e diventa center. Fantasiosi e, a modo loro, democristiani.
Le altre differenze tra American English e Canadian English riguardano, soprattutto, i vocaboli. A Ottawa il parcheggio a più piani è un parkade, il berretto invernale per il freddo si chiama toque e quando si corre, ai piedi, si indossano delle runners (e non certo delle sneakers). Se poi si ha necessità, si va in un bathroom o in un washroom, non certo in un restroom (Usa) e nemmeno in un lavatory (Uk). Si sa poi che toilet, per i canadesi, è una parola non tanto bella.
Infine, la pronuncia: tra Americani e Canadesi ci sono delle variazioni, ma sono poca cosa. Il vero punto di distacco è il famoso “Canadian rising”, ovvero l’innalzamento di certi dittonghi prima di alcune consonanti sorde (f, k, p, s, t). Gli americani, in realtà, non vedono grosse differenze tra un writer e un rider. I canadesi sì. E questo spiega molte cose.