Da quando le automobili hanno cominciato a essere usate come armi la sicurezza dei cittadini che girano a piedi è più bassa. Una forma di protezione passa per la miriade di barriere possibili (siepi in metallo, in ghisa, tutori), che però, per motivi evidenti, non può e non potrà mai essere sufficiente. Un’altra soluzione, allora, più che sulla strada, può trovarsi nell’auto stessa. Per l’esattezza nei sistemi di controllo e anti-collisione.
Andiamoci piano. Come dice questo interessante articolo dello Smithsonian, affidarsi alle tecnologie delle auto che si guidano da sole, anche se interessante, potrebbe non essere comunque, sufficiente. Secondo un report del 2017, in America almeno tre quarti delle auto e dei tir in circolazione hanno sistemi di controllo in grado di indicare il rischio di collisione. Permettono di individuare ostacoli di ogni tipo, compresi i pedoni, e impediscono, nel migliore dei casi, di colpirle. Per il 2022 sarà previsto, per legge, in tutte le auto vendute negli Usa, il sistema di frenata d’emergenza.
Il problema è che questo tipo di tecnologie sono pensate per il guidatore normale, il cui obiettivo è di evitare, il più possibile, qualsiasi genere di collisione. Il terrorista opera al contrario: cerca i pedoni e li assalta. Per questa ragione risultano inutili tutti i sistemi di avvertimento, che avvisano il conducente se esce di strada o se si avvicina a un ostacolo. Il terrorista li ignorerebbe. Servirebbero, al contrario, dispositivi di emergenza che frenino contro la volontà di chi guida o, addirittura, sterzino il volante. Ma basterebbero?
La risposta è no. Il terrorista, prima di tutto, li potrebbe benissimo disattivare intervenendo nell’elettronica del sistema. In secondo luogo, anche se fossero attivi e pronti a deviare il corso del veicolo, potrebbe sempre decidere di schiantarsi ad altissima velocità contro una folla: in quel caso nessun sistema di frenata può essere sufficiente per evitare una collisione.
E poi, dal momento che la maggior parte dei guidatori non commette atti terroristici, un sistema iper-protettivo potrebbe rivelarsi uno svantaggio in situazioni normali. Ad esempio, impedirebbe ogni movimento durante sfilate o manifestazioni. E, ancora peggio, fermerebbe la fuga del veicolo di fronte a un assalto da parte di pedoni. Tutti aspetti che, inoltre, i veicoli militari si trovano spesso a dover fronteggiare.
Insomma, al momento l’automobile rimane l’arma perfetta: semplice da usare, molto diffusa, difficile da disinnescare. Per difendersi si continuerà con sbarre e gianduiotti di cemento. E, se funzionano, le preghiere.