Cadere a pezzi con lentezza: è il destino della cittadina tedesca di Staufen, nella Foresta Nera. Dal 2012 i suoi edifici hanno cominciato a mostrare crepe e fessure misteriose. Le strade si sono contorte, il suolo si è gonfiato. Tutta colpa di alcuni lavori del 2008 che, per installare un sistema di riscaldamento geotermico sotto la città, hanno alterato in modo irrevocabile il suo equilibrio geologico. E adesso non sanno cosa fare per rimediare al problema.
Gli scavi hanno perforato uno strato di anitrite (non anidride, come è ovvio) steso sotto la città. L’acqua sottostante, ad alta pressione, ha cominciato a filtrare e penetrare nella zona del minerale, causando un continuo rigonfiamento. Il terreno sopra ha cominciato a espandersi e sollevarsi, spostando case, strade e palazzi. Nel 2010 era già 30 centimetri più alto.
Le conseguenze di questi spostamenti sono enormi. Gli edifici più antichi, come ad esempio il palazzo del Comune, hanno cominciato a rompersi. Le tensioni sulle strutture hanno provocato crepe destinate ad allargarsi. Al momento la città, più che allargare braccia e soprattutto pompare acqua dal terreno non sa cosa fare. “Staufen non deve distruggersi”, recitano alcuni cartelli attaccati sui muri delle case. Ma sembra un augurio senza fondamento. Quello vero, di fondamento, dice un’altra cosa.