Dai droni spedizionieri ai droni magazzinieri, Amazon non ha in alcun modo celato i suoi ambiziosi traguardi nell’automazione. Persino con l’incessante assunzione di migliaia di nuovi dipendenti, però, molte professioni stanno lasciando sempre più spazio al lavoro dei robot.
Dopo un vertiginoso incremento del 40 per cento nel numero di dipendenti assunti nell’ultimo anno da parte di Amazon, Quartz ha trovato che la crescita del gigante dell’e-commerce non ha mitigato la perdita di posti nel settore che ha contribuito a distruggere. A causa degli investimenti di Amazon nell’automazione, (nel 2017, ndr) l’occupazione combinata di Amazon e delle società di retail correlate (cioè concorrenti, ndr) diminuirà per un totale di 24mila posti di lavoro.
Nel 2012 Amazon ha acquisito Kiva Systems, società specializzata nello sviluppo di robot per magazzini, per automatizzare le operazioni di gestione degli ordini. Nel 2015, quando abbiamo recato visita a un centro smistamento di Amazon, la simbiosi fra uomini e macchine proliferava con 2.000 robot impegnati a lavorare al fianco di esseri umani per tenere il magazzino in ordine. L’anno scorso, Amazon ha siglato un accordo con il Regno Unito per testare i suoi droni spedizionieri ed ha effettuato la sua prima consegna merci via drone.
Oggi, sul finire del 2017, Amazon ha aggiunto ben 55.000 robot alle sue file, più che raddoppiando il numero complessivo di robot in suo possesso nel 2016. Sulla base delle stime pubblicate da Quartz, entro la fine dell’anno i robot potrebbero ammontare al 20 per cento della forza lavoro della società.
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Oggi, sul finire del 2017, Amazon ha aggiunto ben 55.000 robot alle sue file, più che raddoppiando il numero complessivo di robot in suo possesso nel 2016. Entro la fine dell’anno i robot potrebbero ammontare al 20 per cento della forza lavoro della società