Cosa leggeva John Stuart Mill tra i tre e i sette anni (spoiler: non erano libri illustrati)

Quando la Gran Bretagna aveva una classe dirigente di livello, la formava obbligandola a studiare, fin dalla tenera età, i classici. Il greco antico, il latino, la conoscenza della storia. E poi chissà perché fiorivano i grand pensatori

È il filosofo campione della destra che ama il mercato libero, la flat tax e le liberalizzazioni economiche. Ma piace anche alla sinistra che sostiene la parità dei diritti, promuove la posizione della donna in società e difende le minoranze, in particolare quelle islamiche. Chi è? Ma è John Stuart Mill, pensatore politico del XIX secolo, massimo esponente del liberalismo e dell’utilitarismo. I suoi meriti nel campo del pensiero sono numerosi e, del resto, notissimi. Meno conosciuti, invece, sono le sue precoci abilità di lettura.

In confronto a un’Italia in cui i lettori forti sono quelli che leggono più di un libro all’anno, il giovane Mill è un alieno. Dai tre ai sette anni d’età, quando i bambini a scuola imparano a malapena a compitare qualche storiella di sussidiario, John Stuart Mill aveva già letto “tutto Erodoto”, “i primi sei dialoghi di Platone” e “parte dell’opera di Luciano”. Tutto in greco, of course.

Ma visto che è buona norma alternare letture di autori recenti ad autori classici, non si fa mancare il Robinson Crusoe di Daniel Defoe, né il Don Chisciotte di Cervantes. E ancora, la Storia dell’Inghilterra di David Hume e La storia del declino e della caduta dell’impero romano di Edward Gibbon. Qui sotto c’è la lista completa di tutti i titoli incontrati (ripetiamo) tra i tre e i sette anni.

In greco

Esopo–Favole

Senofonte–Anabasi, Memorabili di Socrate, Ciropedia

Erodoto–Le Storie

Diogene Laerzio– alcune delle Vite dei Filosofi

Luciano–varie opere

Isocrate–parte do A Demonico e A Nicocle

Platone--Eutifrone, Apologia di Socrate, Critone, Fedone, Cratilo, Teeteto

In inglese

William Robertson–The History of America, The History of the Reign of the Emperor Charles V, The History of Scotland During the Reigns of Queen Mary and King James VI

David Hume–The History of England

Edward Gibbon–The History of the Decline and Fall of the Roman Empire

Robert Watson–The History of the Reign of Philip II, King of Spain

Robert Watson and William Thompson–The History of the Reign of Philip III, King of Spain

Nathaniel Hooke–The Roman History, from the Building of Rome to the Ruin of the Commonwealth

Charles Rollin–The Ancient History of the Egyptians, Carthaginians, Assyrians, Babylonians, Medes and Persians, Macedonians and Grecians

Plutarco–Vite Parallele

Gilbert Burnet--Bishop Burnet’s History of His Own Time

The Annual Register of World Events, A Review of the Year (1758-1788)

John Millar–An Historical View of the English Government

Johann Lorenz von Mosheim–An Ecclesiastical History

Thomas McCrie–The Life of John Knox

William Sewell–The History of the Rise, Increase, and Progress of the Christian People Called Quakers

Thomas Wight and John Rutty–A History of the Rise and Progress of People Called Quakers in Ireland

Philip Beaver–African Memoranda

David Collins–An Account of the English Colony in New South Wales

George Anson–A Voyage Round the World

Daniel Defoe–Robinson Crusoe

The Arabian Nights and Arabian Tales

Miguel de Cervantes–Don Chisciotte

Maria Edgeworth–Popular Tales

Henry Brooke–The Fool of Quality; or the History of Henry, Earl of Moreland

Forte, eh? Roba che oggi farebbe girare la testa, per la sua difficoltà e complessità, alla maggior parte dei sedicenti uomini colti, troppo abituati a disprezzare Fabio Volo senza saper decifrare una frase di Aristotele. Ma erano altri tempi: a scuola si leggevano i classici, l’istruzione era ancora considerata una cosa importante e lo studio serviva a preparare una classe dirigente all’altezza. Mill, poi, aveva doti uniche, era un caso fortunato, un prodigio. Ma a confrontare lui con, ad esempio, il di molto successivo David Cameron, qualche sospetto sull’utilità di quelle letture viene.

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