Nasce come minuscola isoletta sulla linea di confine e si trasforma, negli anni, in un grande grattacapo tra Svezia e Finlandia. È l’isola di Märket, divisa – ma non contesa – tra i due Paesi scandinavi: è disabitata e ospita sul suo scarso territorio (sono 0, 03 chilometri quadrati) un vecchio faro, del tutto automatizzato dal 1979.
Ebbene, che problemi possono mai esserci? Tutto comincia nel 1885, quando i finlandesi, considerando l’isola terra di nessuno, hanno costruito il faro. Come logica vuole, lo hanno collocato sulla parte più alta, che si trova sul lato occidentale. Una scelta sbagliata: il confine, deciso nel 1809 tra Svedesi e impero russo, correva proprio a metà dell’isola. E il faro era di là, dalla parte della Svezia. Un errore non certo grave (del resto chi mai si era preoccupato di Märket?), ma non semplice da risolvere.
Per arrivare a una soluzione ci sono voluti cento anni, più una serie di colloqui e una buona dose di creatività. L’isola, quasi come un distretto di uno Stato americano, è stata sottoposta a una complicata suddivisione chirurgica, e il confine è stato ritracciato seguendo una “s” immaginaria.
In questo modo sono state mantenute le rispettive porzioni di territorio, è rimasta uguale la linea di costa (importante quando si parla di diritti di pesca) e, in più, il faro è tornato a essere sotto la sovranità finlandese (che dovrà occuparsi della sua manutenzione e dei suoi costi). Che poi i due Paesi abbiano un fuso orario diverso aggiunge ilarità a una situazione già, al momento, piuttosto surreale.