Un problema impalpabile, dagli effetti non chiari. Viene spesso percepito come lontano. La sua soluzione poi, non dipende nemmeno dalle scelte di ciascuno di noi, ma dalle decisioni della grande politica o delle grandi aziende. Insomma, non si tratta di non credere all’esistenza del cambiamento climatico, ma di non credere al fatto che ognuno può contribuire, in qualche modo, a combatterlo.
Ad esempio, cambiando le sue abitudini alimentari. Il 24% di tutti le questioni legate al climate change è causato dal cibo e, soprattutto, dalle scelte che fanno i consumatori di tutto il mondo. Sembra poco? Sbagliato: ha un impatto molto più grande (almeno il doppio) rispetto a quello di tutte le automobili e del traffico del pianeta.
Come spiega questo video di Vox, per salvare il pianeta, però, non serve diventare vegani. Basta fare qualche scelta più meditata. Anziché un bel bisteccone di manzo, che emette, in tutto il suo ciclo di produzione, almeno 330 grammi di Co2 nello spazio, è meglio una più sana bistecca di pollo, che ne emette solo 52. O un bel pesce, che ne emette solo 40. Oppure un bel piatto di lenticchie, che emette solo due (cioè niente).
Insomma, pesce anziché carne, pollo anziché manzo, lenticchie e legumi e verdure. Ricorda qualcosa? La soluzione migliore non è la dieta vegana, né la dieta vegetariana. Bensì la dieta mediterranea, più ricca e variegata. Si può mangiare del pesce, poca carne (meglio pollo, ma ogni tanto anche del manzo), con verdura e un sacco di olio di oliva. Fa bene, sia alla salute che all’ambiente. E gli americani, che non riescono a rinunciare alle loro bistecche, potranno – almeno – ridurne le dimensioni. Tutti possono contribuire alla battaglia contro il climate change. Anche, e soprattutto, a tavola.