Già il quadro politico è confuso. In più ci si mette, oltre a una rosa di candidati imbarazzanti, una legge elettorale farraginosa e incomprensibile. Il Rosatellum-bis, versione riveduta e corretta della prima bozza di Ettore Rosato, è un mistero della fede per la maggioranza degli elettori italiani. Come funziona? Cosa significa? È maggioritario? È proporzionale?
Questa interessante infografica di Money.it è un aiuto per orientarsi nella giungla, sempre più complessa, di percentuali, liste e coalizioni, di soglie di sbarramento e premi di maggioranza.
Il Rosatellum-bis è un sistema elettorale misto: parte proporzionale – il 44% dei parlamentari – e parte maggioritario – il 36% restante. Per accedere, le singole liste devono superare il 3%. Le coalizioni di lista, invece, dovranno raggiungere il 10%. Premi di maggioranza? Non ce ne sono.
A guardare i numeri, il quadro si complica ancora di più. Alla Camera 231 seggi su 630 vengono ripartiti con il metodo uninominale. In questi collegi le liste possono unirsi in coalizioni e decidere un candidato comune. Al Senato è lo stesso, sono 109 (più vari). Qui, chi prende più voti vince tutto (è il maggioritario). Per gli altri collegi vige, invece, il sistema propozionale. I voti vengono ripartiti tra gli eletti in modo, appunto, proporzionale, sommando anche quelli dati a liste e coalizioni di liste che non hanno superato la soglia di sbarramento.
L’elettore avrà a disposizione due schede: una per il Senato e una per la Camera. E qui deve fare attenzione, perché il processo di votazione è tutt’altro che a prova di babbeo. Anzi. Qui viene riprodotto un suo facsimile, per illustrare il voto:
Ci troverà, nell’ordine: il nome del candidato al collegio uninominale e, sotto, i simboli delle liste che lo sostengono. Accanto ai simboli, i nomi dei tre/quattro candidati al collegio plurinominale. Come votare? O tracciando una croce sul nome del candidato all’uninominale (che vale sia per lui che per i candidati al plurinominale delle liste collegate), o tracciando una croce nel rettangolo dove c’è il simbolo del partito e i nomi dei candidati al plurinominale (che comunque è valido anche per il candidato all’uninominale), oppure – sì, è possibile – tracciando due croci, una sul nome del candidato e una sul quadrato del partito e dei candidati al plurinominale. Ma tutto questo entusiamo, in giro, non se ne vede.