A Paul Krugman, premio (pseudo)Nobel per l’economia, non piacciono. A George Soros, speculatore internazionale e attivista su scala globale, nemmeno. La banca d’affari Goldman Sachs, che pure li riconosce come “vero denaro” che può essere utilizzato come alternativa valida in Paesi dove i servizi sono inadeguati, ne è spaventata. Teme che siano una “bolla gigantesca” (sì, lo dice proprio quella Goldman Sachs). Eppure in Turchia, dove di queste cose – e di tante altre – se ne infischiano, i Bitcoin li utilizzano per comprare calciatori.
Proprio così: una piccola squadra amatoriale, la Harunusta Spor Kulübü, del comune di Sakarya, ha annunciato da poco l’acquisto del giovane campione Ömer Faruk Kiroğlu, costato ben 0,0524 Bitcoin, più o meno il corrispondente di 442,24 euro. Ma il club ha comunque versato nelle tasche del giocatore, che non si fida tanto delle oscillazioni del Bitocoin, il totale di 533 euro.
“Sono contento che, grazie a questa operazione innovativa, adesso si parli perfino in televisione di questa piccola squadra”, ha detto il giocatore. “A quanto mi risulta, è la prima volta che succede: sia in Turchia che nel mondo”. E poi ha aggiunto, per incoraggiare la squadra: “Mi piace essere il primo”, riferendosi anche alla classifica non proprio soddisfacente del suo nuovo club. “Ma sono anche aperto alle innovazioni. Sto facendo, in questo momento, una cosa nuova”.
Poi ha firmato e ha cominciato ad allenarsi con gli altri, per cominicare a fare – invece – una cosa vecchia ma comunque importante: segnare.