Almeno ci scherzano sopra. In Pakistan è appena entrato in commercio un nuovo (e rivoluzionario) gioco da tavolo che prende in giro la pratica, ancora molto diffusa nel Paese, del “matrimonio combinato. Si chiama Arranged (“combinato”). Lo scopo di ogni partecipante è quello di sfuggire dalle grinfie della “combinatrice di matrimoni”, anche detta Zia Rishta, cioè la tipica vecchia ficcanaso che, nel gioco come nella realtà, si occupa di combinare matrimoni tra i vari single della zona. Lo ha creato una giovane designer di 24 anni, Nashra Balagamwala, che ha studiato game design alla Rhode Island School of Design. “Non volevo in nessun modo finire in un matrimonio combinato”, ha detto. E così ha trasformato la sua paura in un gioco.
Si scherza, insomma, ma l’argomento è serio. Ogni giocatore deve pescare una carta e leggere cosa recita. Se ciò che c’è scritto è conforme ai valori tradizionali pakistani, dovrà avvicinarsi di qualche casella a Zia Rishta. Se invece è controverso e ribelle, si potrà, con sua gioia, allontanare da lei. Chi pesca una nota come “Sei stata vista in farmacia a comprare contraccettivi”, sarà felice, perché il sesso prima del matrimonio è mal visto nella società pakistana e riduce le possibilità di trovare marito. Perciò, “Ti allontani di sei caselle”. Al contrario, se la carta ti dice che “Il tuo rotis è rotondo alla perfezione”, ci si dovrà avvicinare: saper cucinare quel piatto tipico dell’area è senza dubbio una qualità delle sposine molto apprezzata.
Secondo i canoni pakistani, la donna ideale è giovane, chiara di pelle, snella, docile, istruita, di buona famiglia e con una buona dote. Il marito migliore è un uomo con MBA e almeno un passaporto straniero. Occorre sposarsi il prima possibile per avere un alto numero di figli. E chi non riesce, per mancanza di volontà o di qualità che lo rendono appetibile per l’altro sesso, finisce preda dei “combinatori di matrimoni”, che con i loro incroci regalano sollievo ai genitori preoccupati.
Come si scrive qui, le varie zie Rushty del Paese chiedono ai single un vero e proprio curriculum: età, lavoro, casta, appartenenza religiosa, livello di istruzione, provenienza, eventuali parenti a carico, e altre informazioni. Dopodiché passano a un esame più approfondito, incontrando di persona i candidati e assegnando loro un voto per l’aspetto esteriore: A, B, o C. Infine, propongono delle combinazioni ai genitori preoccupati. Se l’offerta piace, l’affare è fatto e lo sposalizio pronto. Ma non è un gioco.