Questa campagna elettorale ha le sue assurdità, come tutte. I suoi sciacalli, le sue fandonie, i suoi saldi. Non è la peggiore di sempre, ma solo una delle tante – che è forse più grave. C’è, però, un aspetto inedito (meglio: una figura inedita) che è interessante segnalare: il maschio di sostegno.
Claudio Santamaria, attore, marito di Francesca Barra, fresca di candidatura in Basilicata (lista Pd), ha pubblicato un video su Instagram nel quale ha annunciato a fan e pubblico, che a dir suo l’assediavano con la domanda più fessa dell’universo (sosterrai la tua donna alle elezioni?), che sì, naturalmente sì, fortissimamente sì: “perché credo in lei, nella sua passione, nel suo impegno, nella sua onestà e nel sogno che ha sin da bambina: valorizzare, proteggere e promuovere la sua regione Basilicata, che ama alla follia” (sentite anche voi echeggiare “Margherita” di Cocciante?). Già che c’era ha approfittato per una excusatio non petita – “e non certo per ottenere una poltrona, ma anzi rinunciando a una ben più comoda e sicura poltrona da giornalista” – e per un rimprovero agli italiani, sessisti per tendenza, che a lei avrebbero fatto una colpa di essere stata spesso ospite di trasmissioni sul calcio, mentre a lui, che pure lo è stato, no – “forse perché sono un uomo?”.
È la seconda volta che Claudio Santamaria soccorre Francesca Barra tramite clippini: quest’estate, quando lei aveva annunciato di essere diventata la sua compagna, era stata ricoperta d’insulti e minacce, tanto che lui era intervenuto per dire il suo sdegno, il suo imbarazzo, la sua rabbia, il suo amore. È la terza volta, poi, che Santamaria assume pubblicamente una posizione politica: lo aveva già fatto per Walter Veltroni e per Virginia Raggi, per la quale era pure salito su un palco, salvo poi dichiarare, in una recente intervista all’Huffington Post, di aver commesso un errore: “gli attori possono impegnarsi per delle cause sociali, ma credo sia più consigliabile non mescolarsi troppo alla politica”.
Siamo un paese maschilista e patriarcale ed è per questo necessario che io scorti la mia donna e la sua parola presso di voi, che siete impreparati a riceverla e accoglierla
Quest’ennesima effrazione di coerenza (virtù impoetica e demodè, non c’è che dire) sposta immediatamente la candidatura di Francesca Barra dal politico al privato e dal privato al pettegolezzo e questo sì che è un autogol sessista.
Con l’aggravante del metodo paternalista: ora vi dico io chi è Francesca Barra, vi do io la misura del suo valore, vi dico io perché merita il vostro voto, perché io sono il suo uomo, perché io sono un uomo, perché la mia voce l’ascolterete di più, io sono il vessillo della rassicurazione, il garante dell’onestà e della trasparenza, siamo un paese maschilista e patriarcale ed è per questo necessario che io scorti la mia donna e la sua parola presso di voi, che siete impreparati a riceverla e accoglierla. Ricordate signore, mogli, amate, amanti, fidanzate, compagne di politici che abbiano mai fatto qualcosa di simile?
Si è scritto della dedizione di Clio Napolitano, di Livia Andreotti, di Agnese Renzi, senza che mai nessuna di loro si fosse prodotta in comizi, battute, propagande, sonetti elogiativi. A nessuno mai nessuna di loro ha indirizzato minacciosi reprimenda audiovisivi, neanche quando ai mariti venivano attribuiti crimini e misfatti, né tanto meno quando la loro stessa onorabilità veniva triturata. Mai una parola. Perché? Erano donne imbrigliate nel proprio ruolo? Sottomesse? Subalterne? Inautentiche? Irrigidite dalla forma? Forse che Santamaria ha infranto un tabù? Certo che sì: quella insopportabile tenaglia che chiamiamo decoro. C’è stato un tempo in cui si diceva che la politica fosse sangue e merda. Lo è ancora? E chi lo sa. Di certo, sappiamo che è diventata un reality familiare: il sottofondo con bambino che piange nel video di Santamaria è una scelta registica piuttosto probante.
“Sarò presente col cuore e con la mia presenza”, ha detto, in chiusura del videomessaggio ai lucani e agli italiani tutti, aggiungendo che sarà assente solo in caso di riprese e ribadendo, così, due cose: sono Claudio Santamaria, l’attore, quello bello bravo e richiesto, sono un po’ candidato anch’io. Televotate, televotateci: faremo gli interessi della nostra famiglia non tradizionale, che contiene tutte le famiglie del mondo.