Una stazione nuova creata apposta per un unico passeggero. Anzi, una passeggera. La quattordicenne Karina Kozlova per anni, per poter andare a scuola, è stata costretta a dipendere dalle pause lungo il percorso – non ufficiali – del treno da San Pietroburgo a Murmansk. All’altezza di Poyakanda, un villaggio di poche case tra i geli del circolo polare artico, i convogli erano soliti fermarsi per permettere ai controllori di darsi il cambio.
Lei, accompagnata dalla nonna e da qualche compagno di classe, saliva insieme a loro per andare fino a Zelenoborsky, a tre ore di distanza, dove c’è la scuola più vicina e un paesaggio come questo:
Ora le cose sono cambiate. Karina è l’unica bambina rimasta nel villaggio, nessuno fa più il viaggio con lei. Ma per venirle incontro, almeno secondo quanto scrive il giornale russo Gudok, le ferrovie hanno deciso di introdurre una fermata apposita e ufficiale: quella di Poyakanda.
Lei, che da bambina doveva adeguarsi alle necessità di orario dei lavoratori dei treni, ora vede i treni che le offrono la possiblità di arrivare in tempo a scuola e tornare a casa, ogni giorno, senza fare troppo tardi la sera (negli anni precedenti poteva addirittura arrivare alle 21).