Il mondo è ineguale e ingiusto, si sa. Ma secondo alcuni storici, non è sempre stato così. Anzi: le prime divisioni di status (e perciò di classe) sono nate circa 11mila anni fa. Quando l’uomo ha cominciato a coltivare la terra.
La questione è semplice. Secondo alcuni storici e archeologi della Arizona State University, che hanno cercato di misurare il tasso di diseguaglianza economica delle società della storia, tutto comincia con l’agricoltura. Le famiglie – più o meno allargate – in grado di lavorare un terreno si differenziano dalle altre: accumulano risorse, concentrano e scambiano ricchezza e, soprattutto, la trasmettono di generazione in generazione. È un patrimonio stabile e sufficiente per suddividere in strati le prime società, differenziandole tra loro – e, in particolare, dalle precedenti società di nomadi cacciatori. È un grande salto storico.
La vita stanziale porta alla creazione delle prime comunità urbane e, insieme, allo sviluppo di nuove tecnologie. Più aumenta il tasso di avanzamento tecnico e più cresce la disuguaglianza della società. È quasi un movimento di avanzamento naturale.
Se si prende come riferimento l’indice di Gini, che misura la disuguaglianza di una società (con 0 come punto di massima distribuzione delle ricchezze e 1 come massima disuguaglianza), si può vedere che, almeno secondo i calcoli di questi archeologi, gli abitanti del sito di Catalhuyuk (odierna Turchia), sito distrutto da un incendio nel 6000 a.C., erano abbastanza equilibrati, con un indice di Gini intorno a 0,28.
Se si guarda alla Mesopotamia del Sud, cioè intorno al 2.700 a.C., il livello sale a 0,37. E nel vicino (e faraonico) Egitto, nel 1.930 a. C., si toccavano già – grazie anche alle varie caste sacerdotali – livelli da 0,68. Tanta diseguaglianza. La situazione migliora di poco con l’impero romano, dove l’indice di Gini al tempo dell’eruzione di Pompei scende a 0,54. Sono valori altissimi: anche perché in Italia, oggi, il livello è 0,32. Ma al tempo dell’impero non c’era ancora il concetto di Welfare State.