La nuova stella del calcio italiano? Si chiama Cutrone

Vede la porta, la sente, sa dove è, in maniera innata, ascolta i movimenti dei difensori, del portiere, odora il profumo del pallone. Cosa aspettate: amate Cutrone. Lui è il futuro del calcio italiano.

MARCO BERTORELLO / AFP

Siamo di fronte a una possibile stella. Siamo di fronte a uno che potrebbe davvero fare la storia del Milan, dell’Italia e della Serie A. Siamo di fronte a uno che ha addosso una voglia che non vedevo da tempo. Siamo di fronte a Patrick Cutrone, il futuro dell’attacco della Nazionale italiana, il futuro. Macché, siamo di fronte a un gran presente. Questo qui bisogna tenerselo stretto. Strettissimo. Da non vendere all’estero, come Pellegri, altro possibile grande (possibile), non è da sprecare, da bruciare. Qui si deve stare attenti perché Cutrone potrebbe essere un nuovo crack del calcio italiano. Usare il condizionale è d’obbligo perché in Italia ne sono passati tanti, anche ultimamente, ma poi non sono mai diventati quello che tutti avrebbero voluto, quello che tutti si immaginavamo. Basta citare Giuseppe Rossi, lo sfortunatissimo, Mario Balotelli, l’incompreso, mettiamoci anche Paloschi, Zaza oppure i giovani per ora inesplosi come Berardi, El Shaarawy. Anche Belotti, anche se è stato, purtroppo, fermato dagli infortuni, è in una grossa fase calante rispetto alla scorsa stagione in cui si è giocato il titolo di capocannoniere con Mertens e Dzeko nonostante il gol di questa giornata. Il nuovo Vieri e il nuovo Del Piero non esistono ancora ma forse, ragazzi dico FORSE, siamo di fronte a un probabile nuovo Pippo Inzaghi. Cutrone, classe 1998, 28 presenze e 12 gol in stagione con il Milan, un gol ogni 130 minuti e con la Nazionale minore fa ancora meglio (5 partite e 4 gol).

Vede la porta, la sente, sa dove è, in maniera innata, ascolta i movimenti dei difensori, del portiere, odora il profumo del pallone appena calciato e prevede come si evolverà l’azione. Ma rispetto a un Inzaghi appena maggiorenne Patrick Cutrone ha una tecnica di base migliore, protegge meglio la sfera e nell’uno contro uno, soprattutto da sinistra, sa saltare l’avversario con grande caparbietà e rapidità. Cutrone è la nuova stella. Dobbiamo, tutti noi amanti del calcio, sperare che non si perda, che continui a lottare, che non si senta sazio, mai, e che questa voglia di calcio, di emozioni, di gol, di sudore, di fatica, di coraggio, di corde vocali straziate dall’urlo del gol che ha dentro non lo abbandoni mai perché la passione lo manda avanti e lo fortifica e lo rende il giocatore che è, un’estensione della parola calcio. Anzi, l’essenza del calcio.

Io mi esalto a vedere giocatori così. Che hanno il veleno dentro, come dice Gattuso. E come dargli torto, Cutrone è una tarantola. È Spider Man. E pensare che quest’estate, dopo l’ottimo inizio del pre campionato e delle qualificazioni all’Europa League, si diceva che sarebbe stato ceduto in prestito in Serie B o in una delle squadre della massima serie italiana con l’obiettivo salvezza e poi, per fortuna, Montella, che lo ha lanciato, e la dirigenza, Mirabelli-Fassone, hanno deciso di non mandarlo via da Milanello e tenerlo in rosa, forse anche perché avevano snasato la poca produttività di Andre Silva e l’apparente svogliatezza di Nicola Kalinic (oppure per pura fortuna). Da quel giorno in poi Cutrone è cresciuto, ha sofferto i malcontenti generali, ha segnato in Europa e poi, con il cambio di allenatore, ha iniziato a giocare con continuità e anche a segnare con una certa frequenza. Tanto da diventare, prestissimo, una bandiera e una colonna portante di questo Milan, del Milan che ha investito 200 milioni per il mercato estivo, e dell’Italia U21. Una bandiera, dicevo. Perché di bandiere questo calcio ha fame. Le bandiere fanno sognare, le bandiere rimangono nella storia, rimangono nel DNA di una società e rimangano nelle vene, nel sangue, nel cuore e nella gloria e nel fiato dei tifosi della curva. Le bandiere servono al calcio, servono a un nuovo movimento che punti a risanare il calcio italiano.

E allora cosa aspettate: amate Cutrone. Lui è il futuro del calcio italiano. Anzi, è un grande, e bel, presente che va preservato, coccolato e difeso. Sempre. Benarrivato Pippo. Ehm, Patrick.

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