Come una specie di venerabile taumaturgo della cultura. Tra San Tommaso l’Aquinate e Topolino, quello di Disney. Le memorie intorno a Umberto Eco sono tante, una specie di ecolalia intellettuale. Io ne porto in dote due. La prima è di Mario Guaraldi, l’editore. Siamo nel 1983, Guaraldi ha creato l’evento per la presentazione ‘mondiale’ di E la nave va… di Federico Fellini. “Rivivo la serata al Grand Hotel, nel settembre 1983, quando seduto al tavolo assieme a Umberto Eco, dopo qualche secondo di finto black-out, apparve il Rex in tutta la sua gigantesca magnificenza, sulle note di Nino Rota. Avevamo lavorato ininterrottamente tre giorni per l’‘effetto speciale’ Rex , oscurando le finestre del Grand Hotel e montando il gran pavese fra due pennoni, sulla terrazza dell’albergo…”. Intorno a quella giornata uscì un libro davvero mitico, edito da La Casa Usher, Fellini della memoria, dove Umberto Eco si lancia in un pezzo di astrologica mirabilia – l’arte mirabile dello svaccar qua e là – dal titolo Theut, Fellini e il Faraone, dove mette insieme, poligamia bibliografica, il mito di Theut narrato da Platone, Marcel Proust e Federico Fellini.
20 Febbraio 2018