Quando gli americani pagavano la spesa con monete di legno

Durante gli anni della Depressione in certe città statunitensi non era rimasto nemmeno un dollaro. In compenso, avevano tanta legna. E un po’ di fantasia

Nella storia sono state create monete d’oro e d’argento. Ma in mancanza di quei materiali, ci si è accontentati anche del legno. È quello che accadde a Tenino, un paesino americano dello stato di Washington divorato dalla crisi del ’29. Di fronte alla chiusura della banca, rimasta del tutto priva di denaro, gli abitanti caddero nella disperazione. Tranne Don Major, allora editore del Thurston County Independent, il giornale locale, che si ingegnò ed escogitò un idea per arginare la crisi di liquidità: inventare un’altra moneta.

Quella delle monete, locali, che circolano e hanno valori riconosciuti all’interno di una comunità ben definita, è – come si può vedere – una storia antica. In questo caso, l’idea iniziale era di stampare delle scritture temporanee, da fare su pezzi di carta qualsiasi, per creare delle monete da far ciricolare nella cittadina. Una scelta comune, a quei tempi. Solo che a Tenino si sono lasciati prendere la mano e hanno deciso di stamparle su pezzi di legno.

Si trattava di sottili lamine di legno di abete, con in mezzo un pezzo di carta. Non era niente di nuovo neanche questo, solo che prima di allora veniva impiegato per fare cartoline di Natale più suggestive. Da quel momento in poi era utile anche per fare la spesa. Cominciò con tagli piccoli, sui 25 centesimi, per crescere fino ai 50 centesimi e addirittura al dollaro.

Funzionò? Anche troppo. La fama delle banconote di legno si sparse per tutta l’area, e anche oltre. Attirò subito decine di collezionisti, che acquistarono (con dollari veri) quelle monete uniche. Leggenda vuole che in quegli anni la Camera di Commercio di Tenino abbia emesso circa 10mila dollari di banconote di legno, ma che di questi solo 40 dollari sono stati spesi davvero nella città. Insomma, come trovata pubblicitaria andò alla grande. Come moneta locale alternativa fu un grande fiasco.

Con il tempo, il New Deal e il recupero dei mercati finanziari, la situazione tornò alla normalità. Ma a Tenino non si cessò di stampare monete di legno. Succede anche ora: esistono due macchinari, riconosciuti in via ufficiale, che hanno tuttora la possibilità di emettere quel tipo di valuta. Può essere acquistata da collezionisti e appassionati (anche se sono pezzi nuovi, realizzati riproducendo gli originali degli anni ’30) oppure può venire spesa in alcuni esercizi della città. Cosa c’è di meglio, del resto, che prendersi un caffè veloce pagandolo con spiccioli di legno?

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