Sanremo, il festival che i nostri figli dovrebbero guardare obbligatoriamente

Secondo Paolo Sorrentino è nella noia che si immaginano grandi cose e si sviluppa la creatività: speriamo che molte persone traggano ispirazione dalla noia quotidiano di questo Festival

Paolo Sorrentino, come ormai un sacco di gente, ha fatto un TedX. Lui è un regista di successo internazionale, da Oscar, se lo può ben permettere. In questo TedX, queste mini conferenze tematiche che durano all’incirca un quarto d’ora, ha affrontato un argomento a lui caro, la noia. Chiaramente lo ha fatto alla sua maniera, internazionale, sì, ma essenzialmente napoletano. Ha parlato di noia in maniera dinoccolata. Per i circa quindici minuti del suo discorso ha sostenuto, sornione ma fermo, che l’arte non sarebbe mai esistita senza noia. Perché è nella noia, specie nella noia dell’infanzia, quando la nostra fantasia non è imbrigliata in gabbie e regole, che vengono le migliori intuizioni, e soprattutto si sviluppano le più grandi curiosità. Uno sta lì che si sfracassa i coglioni a non fare nulla e sicuramente si ingegna, pensa, sogna, immagina.

Perché è nella noia, specie nella noia dell’infanzia, quando la nostra fantasia non è imbrigliata in gabbie e regole, che vengono le migliori intuizioni, e soprattutto si sviluppano le più grandi curiosità

Ecco. La speranza, almeno la speranza, è che ci siano stati molti bambini a guardare il Festival quest’anno. Perché nonostante gli sforzi di Baglioni, che ha davvero messo la musica al centro, con tutte le canzoni, spesso anche sue, che infarciscono la scaletta, a vedere le circa quattro ore di ogni puntata ci si potrebbe immaginare la Cappella Sistina.

Nello specifico, poi, è davvero vergognoso l’uso privato che la Hunziker sta facendo di questo Festival, lei donna di casa Mediaset, li a abusare di noi spettatori. L’intermezzo femminista è stato, a memoria, una delle cose più brutta viste in vita mia. Uno spettacolino da festa dell’8 marzo al pub sotto casa, menù fisso a 20 euro e la possibilità di toccare il culo ai camerieri. Qui i bambini non si sono annoiati. Hanno semplicemente iniziato a capire che questa storiella che “vivere è una bella cosa” è una cazzata, come per la Fata dei dentini, che in realtà è mamma.

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